Italia e missioni internazionali: verso forze ad alta prontezza per crisi e emergenze
Le Forze Italiane ad alta prontezza: nuove misure per le missioni internazionali
Il futuro delle missioni internazionali italiane si arricchisce di una nuova proposta: l'introduzione delle "Forze ad alta e altissima prontezza operativa". Queste forze speciali, pensate per rispondere rapidamente a crisi ed emergenze, potrebbero essere anche impiegate in supporto alle operazioni Nato. La proposta, emersa nella risoluzione presentata dalla maggioranza, prevede un impegno economico di circa 30 milioni di euro. Oggi, durante la discussione alla Camera dei deputati, sono stati affrontati questi temi cruciali legati alla partecipazione dell'Italia nelle missioni internazionali, con una panoramica sulle operazioni programmate per il 2024 e sulla possibilità di prorogarle anche per quest'anno. Le sei risoluzioni in discussione dovrebbero essere votate mercoledì, con il governo che si presenta compatto su una proposta condivisa.
Le "Forze ad alta e altissima prontezza operativa" sono concepite per rispondere velocemente a situazioni critiche, sia in contesti dove l'Italia è già coinvolta con contingenti militari, sia in aree in cui si rendono necessari interventi specifici. Le missioni italiane nel 2025 si concentreranno principalmente su Mediterraneo, Balcani e Indo-Pacifico. L’Italia continuerà a sostenere il percorso di adesione dell Bosnia ed Erzegovina all'Unione Europea, rafforzando il suo supporto all'Ucraina. In Medio Oriente, l'Italia rimarrà impegnata nelle missioni Unifil e Unibil in Libano, mirate alla stabilizzazione della zona tra Israele e Libano, e nell'Operazione Levante, che si occupa della gestione delle tensioni tra Israele e Hamas. Inoltre, in Nord Africa, l’Italia continuerà a sostenere la stabilizzazione della Tunisia e a collaborare con le Nazioni Unite per risolvere la crisi libica.
Il Partito Democratico ha sollevato preoccupazioni riguardo al futuro delle missioni internazionali italiane. Fabio Porta, deputato del partito, ha ribadito la necessità di integrare gli aspetti militari con misure concrete di cooperazione e sviluppo. In particolare, la proposta di rinnovo del supporto alla Guardia Costiera libica ha suscitato dubbi, a causa delle accuse di gravi violazioni dei diritti umani riportate da diversi rapporti internazionali. Sul fronte africano, il PD ha espresso perplessità anche sul Piano Mattei, considerato ancora privo di una struttura solida e di risorse adeguate.
Il Movimento 5 Stelle ha criticato la proposta, parlando di "deriva bellicista" e di incoerenza nelle politiche internazionali italiane. Francesco Silvestri, deputato del M5S, ha sottolineato l’importanza di mantenere la diplomazia come strumento principale, evitando di cedere alla logica della guerra. Il partito si è espresso a favore di un impegno maggiore per la ricostruzione della Striscia di Gaza, mentre ha dichiarato la sua opposizione alla proroga del supporto alla Guardia Costiera libica.
Da parte di Avs, Francesca Ghirra ha ribadito la posizione del partito a favore di una diplomazia forte, contrastando le proposte che potrebbero trasformare l’Europa in un blocco militarizzato. Il partito ha ribadito anche la richiesta di riconoscere lo Stato di Palestina, sottolineando l’urgenza di una strategia diplomatica per giungere a una soluzione permanente. Riguardo alla situazione ucraina, Avs ha criticato l'UE per la mancanza di una strategia chiara e condivisa.
Nessun commento:
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.