Macron apre al riconoscimento della Palestina: svolta diplomatica attesa entro giugno - NOC Press

Macron apre al riconoscimento della Palestina: svolta diplomatica attesa entro giugno




di Redazione Esteri – NOCPress



Parigi potrebbe scrivere una nuova pagina della sua storia diplomatica: il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia sta valutando concretamente il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina entro il mese di giugno. L’indiscrezione, confermata in un’intervista televisiva andata in onda su France 5, segna un potenziale punto di svolta nelle relazioni internazionali tra Europa, Medio Oriente e mondo arabo.

Macron ha precisato che l’eventuale riconoscimento non sarà un gesto isolato o semplicemente simbolico, ma parte di un progetto multilaterale più ampio, che coinvolgerà alleati europei e partner arabi. L’obiettivo è quello di costruire una conferenza internazionale con l’Arabia Saudita come co-presidenza, prevista per il prossimo giugno, per favorire un dialogo globale sul riconoscimento reciproco tra Stati che storicamente non si sono mai riconosciuti.

Il presidente francese ha dichiarato che un passo verso la Palestina dovrebbe, idealmente, accompagnarsi a un impegno da parte di diversi Paesi arabi, come Arabia Saudita, Iran, Siria, Yemen e Iraq, nel riconoscere a loro volta lo Stato d’Israele. Una visione che punta a ricomporre il delicato mosaico geopolitico mediorientale attraverso una diplomazia bilaterale e multilaterale, dove il riconoscimento non sia più un’arma politica, ma un’apertura concreta alla pace.

A oggi, oltre 150 Paesi al mondo hanno riconosciuto la Palestina come Stato sovrano, ma le principali potenze occidentali — tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Giappone — non hanno ancora compiuto questo passo. La Francia potrebbe così diventare il primo grande Paese europeo del G7 a fare da apripista, seguendo l’esempio di Spagna, Irlanda e Norvegia, che già nel 2024 hanno formalizzato il riconoscimento di uno Stato palestinese.

L’iniziativa francese, tuttavia, non è stata accolta con favore da tutte le parti. Da Israele è arrivata una dura replica: il ministro degli Esteri Gideon Saar ha bollato il progetto come “un premio al terrorismo” e un segnale di incoraggiamento per Hamas, che rischierebbe — secondo Tel Aviv — di allontanare ancora di più la possibilità di una pace duratura nella regione.

Macron, dal canto suo, ha ribadito che ogni apertura verso la Palestina dovrà essere accompagnata da un processo di riforma interna da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese. In una recente conversazione telefonica con Mahmoud Abbas, il presidente francese ha sottolineato l’urgenza di rilanciare una governance credibile e stabile nei territori palestinesi, capace di dialogare con la comunità internazionale e offrire garanzie tanto ai palestinesi quanto agli israeliani.

Il riconoscimento ufficiale di uno Stato ha conseguenze significative: può facilitare l’accesso a organismi internazionali, rafforzare la legittimità diplomatica e imprimere una direzione chiara a futuri negoziati. Ma resta, in ogni caso, una scelta politica forte, capace di ridefinire equilibri e alleanze.

Il mondo attende ora di capire se Parigi manterrà la parola e, soprattutto, se questo passo potrà davvero aprire uno spiraglio verso una soluzione equa e condivisa del conflitto israelo-palestinese, che da decenni pesa sulla coscienza della comunità internazionale.

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