"Occhio alla truffa". “Papà, sono io. Aiutami”: la nuova trappola della voce clonata - NOC Press

"Occhio alla truffa". “Papà, sono io. Aiutami”: la nuova trappola della voce clonata

 




“Papà, sono io… mi hanno preso, ti prego non chiamare nessuno. Mi servono 3.000 euro subito per uscire da questo casino”.
Una telefonata agghiacciante, arrivata alle 22:43 a un padre di famiglia di Torino. La voce è quella della figlia. Stessa inflessione, stesso tono. Ma non è lei. È un algoritmo.

Si chiama “voice cloning”, ed è la nuova frontiera della truffa telefonica. I criminali riescono a riprodurre voci reali partendo da semplici messaggi vocali registrati da WhatsApp, da TikTok, o addirittura da audio pubblici. Bastano pochi secondi di materiale per costruire una voce praticamente indistinguibile da quella vera.

Una volta creata, la voce viene usata per chiamare i familiari. Lo schema è semplice ma potentissimo: la finta voce, spesso in lacrime o in stato di agitazione, chiede soldi con urgenza. Il truffatore poi subentra come “avvocato” o “forze dell’ordine” e fornisce l’IBAN dove inviare il denaro.

Nelle ultime settimane, la Polizia Postale ha segnalato un’escalation di casi in Lombardia, Lazio e Campania. Persone che hanno trasferito migliaia di euro convinti di aiutare i propri cari, solo per scoprire troppo tardi che era tutto un inganno. I truffatori spesso operano dall’estero, rendendo quasi impossibile risalire ai responsabili.

Come proteggersi?


  • Stabilisci una parola segreta di emergenza con i tuoi familiari. Se non viene detta, non fidarti.
  • Non fidarti mai di una voce al telefono, anche se ti sembra autentica.
  • Contatta direttamente il numero del tuo caro prima di fare qualsiasi cosa.
  • Diffida da richieste d’urgenza con toni drammatici e non verificabili.
  • Segnala il numero sospetto alla Polizia Postale e al tuo operatore.



Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia può imitare perfettamente le persone che amiamo. Occhio alla truffa significa anche imparare a distinguere l’emozione dalla realtà, e prendersi un attimo per respirare prima di agire.

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