Rischio povertà per i lavoratori italiani: il 9% degli occupati a tempo pieno guadagna sotto il 60% del reddito medio
La povertà tra i lavoratori italiani sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, anche per chi ha un impiego a tempo pieno. I dati diffusi da Eurostat sulle condizioni economiche dei lavoratori in Italia nel 2024 mostrano che ben il 9% di coloro che lavorano a tempo pieno guadagna meno del 60% del reddito mediano nazionale, al netto dei trasferimenti sociali. Questo significa che quasi 1 lavoratore su 10 non riesce a ottenere un reddito sufficiente a garantire un tenore di vita dignitoso, nonostante l’impiego a tempo pieno.
La situazione è ancora più allarmante se si considera l'andamento rispetto agli anni precedenti. Nel 2023, la percentuale era pari all'8,7%, quindi c'è stato un incremento significativo, che segnala un aumento del rischio di povertà non solo tra i disoccupati ma anche tra i lavoratori. Questo fenomeno è ancor più evidente quando lo si confronta con la realtà di altri Paesi europei, come la Germania, dove solo il 3,7% dei lavoratori a tempo pieno è a rischio povertà, evidenziando un forte divario tra i due sistemi economici.
Non si tratta, però, solo dei lavoratori a tempo pieno. I dati di Eurostat rivelano che il 10,2% dei lavoratori in Italia, tra cui anche chi ha impieghi part-time e stagionali, è esposto al rischio di povertà. Questo dato è in lieve aumento rispetto al 9,9% registrato nel 2023, segnalando una tendenza in crescita che coinvolge anche chi lavora almeno metà dell’anno.
Questa condizione di vulnerabilità economica, che colpisce una larga fetta della forza lavoro, solleva interrogativi sulla sostenibilità del modello occupazionale italiano, soprattutto in un contesto di crescente precarizzazione del lavoro. I salari che non raggiungono nemmeno la metà del reddito mediano nazionale sono uno dei segnali più chiari di disuguaglianza economica, che non riguarda solo i disoccupati, ma anche coloro che si sforzano quotidianamente di guadagnarsi da vivere con un lavoro stabile.
Il crescente rischio di povertà tra i lavoratori italiani dimostra quanto siano urgenti politiche economiche e sociali che rispondano a queste problematiche, in grado di garantire una maggiore equità distributiva e un miglior equilibrio tra salario e costo della vita.
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