Trump e Zelensky a San Pietro: la foto che accende la speranza di pace in Ucraina - NOC Press

Trump e Zelensky a San Pietro: la foto che accende la speranza di pace in Ucraina

 




Nel giorno dell’ultimo saluto a Papa Francesco, San Pietro è diventata teatro di un momento che potrebbe cambiare il corso della guerra in Ucraina. Tra le navate della basilica, Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono ritrovati faccia a faccia: quindici minuti di colloquio intenso, fotografati in uno scatto che ha già fatto il giro del mondo.

Un incontro simbolico, nato quasi per caso ma che ora potrebbe aprire uno spiraglio di pace tanto atteso. E non è stato l’unico. Zelensky, arrivato a Roma dopo giorni di incertezza sulla sua presenza, ha stretto mani e condiviso conversazioni veloci con i principali leader occidentali: Emmanuel Macron, Keir Starmer, Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen. Il messaggio? Ricompattare l’alleanza a sostegno di Kiev.

La novità più importante è arrivata proprio dagli ucraini: sul tavolo delle trattative è stata messa una controproposta agli Stati Uniti. Kiev chiede di poter mantenere un esercito pienamente operativo anche a guerra finita e propone di schierare sul suo territorio una forza di sicurezza europea, con il supporto logistico e d’intelligence americano. Washington avrebbe accolto positivamente l’idea, così come Londra e Parigi, pronte a guidare una futura missione di peacekeeping.

Intanto, da Mosca arrivano segnali contrastanti. Dopo aver rivendicato il pieno controllo della regione di Kursk, il Cremlino ha fatto sapere di essere disponibile a riaprire i negoziati con Kiev "senza precondizioni".

La foto di Trump e Zelensky seduti uno di fronte all’altro — serissimi, quasi tesi, ma determinati — racconta molto più di mille parole. Due mesi fa erano ai ferri corti alla Casa Bianca, ora tornano a parlarsi. "Un incontro molto produttivo", ha dichiarato la Casa Bianca. "Potrebbe essere un momento storico", ha rilanciato Zelensky.

Le trattative, però, restano delicate. Secondo il New York Times, Kiev non vuole accettare proposte che giudica troppo favorevoli a Mosca: no alla riduzione del proprio esercito e nessuna concessione territoriale. La NATO? Per ora, non è più una priorità: Zelensky stesso ha parlato di "pragmatismo".

Gli Stati Uniti avrebbero offerto supporto concreto per una forza europea di pace. E mentre Londra e Parigi spingono per una missione internazionale, Washington mantiene un atteggiamento prudente ma collaborativo.

Trump, dal canto suo, alterna aperture e avvertimenti. Ha lodato i progressi nei colloqui tra l'uomo d’affari Steve Witkoff e Vladimir Putin, ma allo stesso tempo ha messo in guardia: "Putin potrebbe solo prendere tempo". Sul nodo dei territori occupati, invece, restano profonde divergenze: Washington sembrerebbe disposta a lasciare la Crimea e altre regioni a Mosca, mentre Zelensky ribadisce che non si parlerà di pace senza un cessate il fuoco completo.

E su questo punto l’Europa si è schierata compatta. "Ora tocca a Putin dimostrare che vuole davvero la pace", ha detto Macron. "Mosca deve fare il primo passo", ha rincarato Giorgia Meloni. L'Unione Europea, per bocca di Ursula von der Leyen, ha ribadito il suo pieno sostegno all’Ucraina "al tavolo delle trattative".

Il primo segnale di distensione è arrivato. Ma la strada verso la pace è ancora tutta in salita.

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