Vaticano sotto pressione: Becciu, il cardinale condannato che sfida il Conclave, un caso senza precedenti - NOC Press

Vaticano sotto pressione: Becciu, il cardinale condannato che sfida il Conclave, un caso senza precedenti



Il cardinale e l’ombra del Conclave: Becciu tra condanna, diritti e misteri vaticani




Nel cuore della Città del Vaticano si sta consumando una vicenda che rischia di lasciare un'impronta indelebile nella storia recente della Chiesa cattolica. Un caso che intreccia giustizia, fede e potere in uno dei momenti più delicati per la Santa Sede: la preparazione al prossimo Conclave.

Il protagonista, ancora una volta, è il cardinale Giovanni Angelo Becciu. Condannato nel dicembre 2023 dal tribunale vaticano a cinque anni e sei mesi di reclusione per peculato e truffa aggravata, l’alto prelato non intende rinunciare a quello che considera un suo diritto: partecipare all’elezione del futuro Papa.

Una condanna che ha scosso le mura leonine

La sentenza che ha colpito Becciu è stata la più pesante mai inflitta a un porporato all'interno dello Stato Pontificio. Il processo, seguito da tutta la stampa internazionale, ha portato a galla una rete di affari poco trasparenti: investimenti immobiliari azzardati, fondi della Segreteria di Stato dirottati verso entità opache, e legami familiari che hanno destato più di un sospetto.

Becciu, ex prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e stretto collaboratore di Papa Francesco, è stato dichiarato colpevole anche di aver favorito un fratello con fondi destinati alla beneficenza. Un episodio che ha ferito l’immagine stessa della Chiesa nel momento in cui si sforza di mostrarsi più trasparente e sobria.

"Io voglio votare il Papa"

Nonostante tutto, Becciu non si è mai considerato fuori dal gioco. In un’intervista recente, ha dichiarato che nessun atto formale del Vaticano lo ha privato del diritto di voto. Sebbene la Santa Sede lo abbia ufficiosamente definito “non-elettore”, non esisterebbe – secondo lui – alcun documento canonico che gli vieti di entrare nella Cappella Sistina e partecipare al Conclave.

Il nodo, dunque, è canonico prima che politico. I documenti ufficiali del Vaticano – in particolare la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, che regola il funzionamento del Conclave – non prevedono esplicitamente l’esclusione automatica di un cardinale condannato, se non vi è una rinuncia volontaria o un’espulsione formale dal Collegio cardinalizio. E Becciu, per quanto colpito da una condanna, è ancora formalmente cardinale.

Un caso senza precedenti

La questione apre un precedente scomodo. Cosa succede quando un cardinale condannato dalla giustizia vaticana chiede di votare il successore di Pietro? E se lo fa con il sostegno di una parte del collegio cardinalizio – magari silenziosa, ma presente – chi decide?

Nelle settimane precedenti all’apertura del Conclave, durante le cosiddette congregazioni generali, i cardinali elettori si riuniscono per definire le modalità della votazione e per discutere la situazione della Chiesa. In quel contesto, potrebbe emergere una linea di compromesso o di rottura. Ma una decisione formale, almeno al momento, non è ancora stata presa.

Il peso dell’imbarazzo

C’è un aspetto che va oltre le carte e i codici canonici: l’imbarazzo. Permettere a Becciu di entrare in Conclave, anche come semplice elettore, significherebbe accettare una presenza controversa proprio nel momento in cui la Chiesa cerca di dare un segnale di rigore morale e di rinnovamento.

Ma escluderlo senza basi giuridiche chiare potrebbe creare uno strappo pericoloso, alimentando sospetti, tensioni interne e accuse di faziosità. In un clima già attraversato da correnti opposte – tra progressisti e conservatori, tra chi sogna un nuovo Francesco e chi auspica un ritorno alla tradizione – il “caso Becciu” rischia di diventare la miccia di un incendio più grande.

Oltre il diritto, la credibilità

In ultima analisi, la questione non è solo legale, ma profondamente simbolica. Il diritto al voto, per un cardinale, non è solo una prerogativa, ma anche una responsabilità. E la Chiesa, nel momento in cui sceglierà il suo nuovo Papa, dovrà decidere se essere una comunità guidata dallo spirito o una struttura piegata ai compromessi della storia.

Becciu è il primo cardinale condannato a voler entrare in un Conclave. Ma il rischio è che non sia l’ultimo.

Nessun commento:

Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.