Colloqui di pace Mosca-Kiev: il rifiuto russo all’offerta vaticana - NOC Press

Colloqui di pace Mosca-Kiev: il rifiuto russo all’offerta vaticana

 




La proposta della Santa Sede di ospitare a Roma i negoziati diretti tra Mosca e Kiev è stata respinta dalle autorità russe. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha sottolineato come, in questo momento di tensioni religiose e politiche, non sia opportuno per due Paesi ortodossi discutere questioni delicate in una sede cattolica. Secondo Lavrov, la situazione rende difficile per il Vaticano ricevere delegazioni in conflitto, rendendo poco realistico un incontro in tale contesto.

Questo rifiuto, però, riflette una visione più ampia che si radica nella storia e nell’identità geopolitica russa. Fin dai tempi dell’Unione Sovietica, la figura del leader russo è stata associata a simboli di guida spirituale e militare, paragonata all’Arcistratega san Michele Arcangelo, rappresentante di una lotta tra il bene e il male.

Da questa prospettiva, l’Occidente è spesso visto come un interlocutore distante e culturalmente differente, mentre la Russia si considera erede di una tradizione imperiale e religiosa che affonda le radici nel concetto della “Terza Roma”. Nato nel XVI secolo con il monaco Filofej, questo mito identifica Mosca come successore di Bisanzio, che a sua volta aveva ereditato l’eredità dell’antica Roma.

Nel corso del tempo, questa idea si è fusa con la dottrina eurasiatica sviluppata nel XX secolo, assumendo una dimensione geopolitica che giustifica l’azione russa nell’area euroasiatica. Oggi il “Russkij mir” – il “mondo russo” – rappresenta una cornice ideologica che guida la politica estera della Federazione Russa, ponendo al centro la protezione dei diritti e degli interessi dei cittadini russi e delle comunità all’estero.

Nel 2022, il patriarca di Mosca Kirill ha fatto riferimento a questo conflitto come a una battaglia che trascende il terreno politico, indicando un confronto anche di natura spirituale. Una posizione che conferma l’importanza che la Chiesa ortodossa russa attribuisce al suo ruolo nella società e nella politica nazionale.

Dal canto suo, il patriarca cattolico di Kiev ha espresso preoccupazioni riguardo all’impatto dell’occupazione russa sulle comunità religiose ucraine, evidenziando come la presenza militare possa compromettere la sopravvivenza delle istituzioni ecclesiastiche locali.

In questo quadro, la Santa Sede resta un interlocutore importante ma deve confrontarsi con un contesto complesso e sensibile, dove religione, politica e identità nazionale si intrecciano profondamente.

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