Crisi umanitaria a Gaza: 80 Stati sollecitano l’intervento ONU per proteggere i civili
Gaza – In un documento congiunto presentato alle Nazioni Unite, ottanta Paesi hanno espresso profonda preoccupazione per il deteriorarsi delle condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza, denunciando una situazione definita come la più grave dall’inizio delle operazioni militari avviate nell’ottobre 2023.
La dichiarazione è stata divulgata in occasione della Settimana per la protezione dei civili nei conflitti armati ed è stata pubblicata integralmente dal Ministero degli Esteri francese. I firmatari hanno ribadito la necessità urgente di garantire l’accesso agli aiuti umanitari e di tutelare la popolazione civile, richiamando al rispetto del diritto internazionale umanitario.
“La protezione dei civili non può essere considerata facoltativa. È un obbligo previsto dalle convenzioni internazionali e un dovere etico a cui nessuno può sottrarsi”, si legge nel comunicato.
Emergenza alimentare: l’allarme del Programma Alimentare Mondiale
Nella stessa giornata, il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale. Secondo l’organizzazione, le attuali forniture autorizzate non sono sufficienti a coprire il fabbisogno minimo della popolazione di Gaza, esposta al rischio concreto di malnutrizione diffusa.
Attraverso un aggiornamento pubblicato sui propri canali ufficiali, il WFP ha segnalato che alcune panetterie nel sud dell’enclave sono tornate operative grazie all’arrivo di limitate scorte di farina. Tuttavia, l’agenzia ha precisato che queste prime consegne rappresentano solo un inizio e che la situazione richiede un incremento immediato e sostanziale dei volumi di aiuti alimentari.
Insufficienza degli aiuti: le valutazioni delle agenzie ONU
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito “estremamente limitato” l’impatto degli aiuti finora autorizzati, evidenziando come la popolazione locale non disponga di accesso regolare a beni di prima necessità, tra cui acqua potabile, medicinali e alimenti.
Anche l’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha tracciato un quadro allarmante: i bombardamenti continui, uniti alle restrizioni sugli ingressi di beni essenziali, rendono insostenibile la vita quotidiana della popolazione. Secondo l’UNRWA, non esistono attualmente aree effettivamente sicure all’interno della Striscia.
Contesto e dati aggiornati
Dall’inizio delle ostilità, secondo fonti ufficiali, oltre 53.700 persone hanno perso la vita nella Striscia di Gaza e più di 122.000 risultano ferite. Le vittime appartengono in larga parte alle fasce più vulnerabili della popolazione.
A oltre sette mesi dall’inizio del conflitto, la crisi umanitaria ha assunto una dimensione sistemica, con effetti devastanti sulle infrastrutture civili, sulla sanità e sulla distribuzione alimentare.
L’appello della comunità internazionale
Il documento presentato dai Paesi firmatari punta a rimettere al centro dell’agenda internazionale il rispetto dei diritti umani e delle convenzioni di Ginevra, sollecitando l’avvio di corridoi umanitari permanenti e il ripristino delle condizioni minime di sicurezza per la popolazione.
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