DIA: i numeri del 2024 tra sequestri, appalti e mafie silenziose - NOC Press

DIA: i numeri del 2024 tra sequestri, appalti e mafie silenziose

 




Nel 2024 la Direzione Investigativa Antimafia ha rafforzato il proprio ruolo nel contrasto alle mafie italiane, pubblicando i due consueti rapporti semestrali che documentano l’attività svolta e i risultati ottenuti. Le analisi confermano una trasformazione in atto: le mafie si fanno meno visibili ma più insidiose, privilegiando l’infiltrazione nei gangli economici e amministrativi dello Stato, piuttosto che l’intimidazione armata.

Infiltrazioni silenziose e obiettivi economici

Il report mette in luce una strategia ben definita da parte dei clan: inserirsi nei circuiti legali dell’economia, soprattutto approfittando dei fondi pubblici messi in campo negli ultimi anni. Gli appalti pubblici, i subappalti e le forniture di beni e servizi rappresentano le nuove rotte della penetrazione mafiosa. L’interesse crescente verso il mondo degli appalti, con particolare attenzione ai settori delle costruzioni, dei rifiuti e della logistica, si inserisce in un contesto di ripartenza economica nazionale, trainata anche dalle risorse del PNRR.

Sequestri e confische: il volto concreto della lotta alle mafie

Nel corso dell’anno la DIA ha portato a termine numerose operazioni patrimoniali. Tra i casi più significativi, si segnala un sequestro da oltre 50 milioni di euro riconducibile a un imprenditore campano, attivo nel settore ambientale e sospettato di legami con la criminalità organizzata. In Piemonte, invece, sono stati confiscati beni per circa 8 milioni di euro a due fratelli d’origine calabrese, anche loro ritenuti contigui a contesti criminali. Le misure patrimoniali restano uno degli strumenti più incisivi per sottrarre potere economico alle organizzazioni.

Lotta globale: l’asse con l’Europa e oltre

Nel 2024 la DIA ha consolidato le collaborazioni internazionali, partecipando a indagini congiunte con Europol e altre forze di polizia estere. In una delle operazioni più rilevanti, è stato smantellato un network criminale attivo su più continenti, coinvolgendo strutture operative in Europa, Africa e nelle Americhe. La dimensione transnazionale dei traffici illegali richiede una risposta sempre più coordinata e tempestiva.

Segnalazioni sospette in calo, ma l’allerta resta alta

Nel secondo semestre 2023 (ultimo dato disponibile), la DIA ha ricevuto quasi 75mila segnalazioni di operazioni sospette. Sebbene in calo rispetto all’anno precedente, si tratta di numeri comunque significativi. Oltre 26mila segnalazioni sono state trasmesse alla Procura Nazionale Antimafia, confermando l’attenzione dell’apparato investigativo sui flussi finanziari anomali.

Verso un contrasto “intelligente” alle nuove mafie

La relazione semestrale della DIA restituisce un’immagine chiara: le organizzazioni mafiose non rinunciano al controllo del territorio, ma puntano con decisione sulla mimetizzazione, sfruttando competenze economiche, reti relazionali e contatti con il mondo delle imprese. Per questo, la strategia di contrasto deve essere sempre più fondata sull’analisi dei dati, sul monitoraggio degli investimenti e sulla cooperazione tra enti pubblici e forze di polizia.

Uno Sguardo alla Puglia 

1. Mafie pugliesi: un mosaico criminale dinamico e frammentato

1.1 Camorra barese

  • Struttura: pluralità di clan autonomi, con struttura verticistica e rituali di affiliazione mutuati da camorra e 'ndrangheta.

  • Peculiarità: organizzazione federativa tra clan dominanti e satelliti; marcata fluidità interna.

  • Attività principali:

    • Traffico e spaccio di stupefacenti (core business).

    • Estorsioni, usura, contrabbando, scommesse illecite.

    • Infiltrazioni nei settori economici legali: edilizia, rifiuti, trasporti, lotterie e scommesse online.

  • Strategie:

    • Riciclaggio sofisticato, infiltrazione nei processi decisionali pubblici.

    • Scambi politico-mafiosi e cooptazione di professionisti e amministratori corrotti.

1.2 Criminalità BAT (Barletta-Andria-Trani)

  • Origini: gemmazione della camorra barese con influenze foggiane.

  • Dinamiche: alta frammentazione e fluidità; cooperazione tra consorterie baresi, foggiane e cerignolane.

  • Attività criminali:

    • Reati predatori (in particolare contro l’agricoltura).

    • Rapine a portavalori, autotrasportatori, caveaux.

    • Sequestri lampo a imprenditori e professionisti.

    • Riciclaggio, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni.

    • Infiltrazioni nel commercio petrolifero e immobiliare.


2. Mafie foggiane: la cosiddetta “quarta mafia”

2.1 Società foggiana

  • Struttura: federativa, con tre batterie principali:

    • Sinesi-Francavilla

    • Trisciuoglio-Tolonese

    • Moretti-Pellegrino-Lanza

  • Conflitti interni: ricorrenti scissioni e violenze.

  • Infiltrazioni economiche:

    • Costruzioni stradali, sanità, assistenza sociale, edilizia, agricoltura.

2.2 Mafia garganica

  • Clan principali:

    • Li Bergolis-Miucci, Lombardi (Lombardone), Frattaruolo, Prencipe (i "Montanari").

    • Lombardi-Romito-Ricucci (influente anche fuori regione, contatti con 'ndrangheta).

    • Perna-Iannoli, Raduano.

  • Settori infiltrati:

    • Ristorazione, commercio ambulante, edilizia, zootecnia, agricoltura.

    • Attività economiche in Molise e Foggia (in particolare clan Gaeta).

  • Interventi: interdittive antimafia e amministrazioni giudiziarie (es. operazione “Omnia nostra”).

2.3 Mafia sanseverese

  • Clan principali:

    • Nardino e Testa-La Piccirella (derivazione della società foggiana).

  • Conferme giudiziarie: sentenza Cassazione 2024 (operazione “Ares”).

  • Rapporti: stretti legami con la batteria Moretti-Pellegrino-Lanza.


3. Sintesi strategica e valutazioni di rischio

3.1 Caratteri comuni

  • Assenza di un vertice unificato regionale, ma collaborazione strategica tra clan per interessi economici.

  • Frammentazione + sinergie = sistema criminale fluido, adattabile e imprevedibile.

  • Infiltrazioni nella pubblica amministrazione e nell’economia legale ormai sistemiche.

3.2 Evoluzioni recenti

  • Maggiore capacità di espansione extra-regionale.

  • Rafforzamento della cooperazione internazionale, specie nel traffico di droga (rapporti con i cartelli albanesi).

  • Uso estensivo di società e attività economiche fittizie per il riciclaggio.


4. Cenno alle mafie lucane (da integrare)

Il testo non fornisce ancora un’analisi della criminalità mafiosa lucana, che tuttavia è storicamente considerata una zona di espansione per clan campani, pugliesi e calabresi, specie in relazione al controllo delle risorse ambientali (acqua, rifiuti, edilizia pubblica) e ai fondi europei. Una possibile indagine futura dovrebbe esaminare:

  • Presenza di cosche camorriste e calabresi nei distretti industriali e nei cantieri pubblici.

  • Infiltrazioni nei comuni e nelle aziende agricole.

  • Legami con l’economia criminale pugliese, soprattutto nel Vulture e nell’area jonico-metapontina.


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