È morto Nino Benvenuti, pugile olimpico e campione del mondo tra gli anni ’60 e ’70
È scomparso a 87 anni Giovanni “Nino” Benvenuti, figura centrale del pugilato italiano del dopoguerra. Nato nel 1938 nell’allora Isola d’Istria e cresciuto a Trieste, città simbolo delle fratture geopolitiche del secondo dopoguerra, Benvenuti ha attraversato da protagonista una lunga stagione sportiva che lo ha visto emergere dapprima nel dilettantismo e poi nel professionismo.
Il suo nome entra nel panorama sportivo internazionale con la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Roma 1960, nella categoria dei pesi welter. Una competizione che affrontò dopo essere stato convinto a cambiare categoria per evitare incroci più complessi nel tabellone. In finale superò il sovietico Jurij Radonjak. A margine di quel successo, gli fu assegnata anche la Coppa Val Barker, destinata al pugile più tecnico del torneo, un riconoscimento raro per un atleta italiano.
Dopo l’esperienza olimpica, intraprende la carriera professionistica. Tra il 1965 e il 1966 conquista il titolo mondiale nei pesi superwelter, in un periodo segnato da un’intensa rivalità nazionale con Sandro Mazzinghi. Passato poi alla categoria dei pesi medi nel 1967, Benvenuti affronta una trilogia di incontri con Emile Griffith, che lo porterà a ottenere e difendere il titolo mondiale fino al 1970.
Nel 1971 affronta l’argentino Carlos Monzón, prima a Roma e poi a Montecarlo. Entrambi gli incontri si concludono con una sconfitta. Dopo il secondo KO tecnico, Benvenuti annuncia il ritiro. Chiude la carriera con 82 vittorie, di cui 35 per KO, 1 pareggio e 7 sconfitte.
Figlio di una generazione cresciuta tra frontiere mutevoli e un’Italia ancora da ricostruire, Benvenuti ha rappresentato uno dei volti più riconoscibili dello sport nazionale tra gli anni Sessanta e Settanta, contribuendo a costruire l’immaginario di un’Italia vincente e popolare nel panorama pugilistico internazionale.
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