Influenza record in Italia: oltre 16 milioni di casi nella stagione 2024-2025. Gli USA puntano al vaccino universale entro il 2029 - NOC Press

Influenza record in Italia: oltre 16 milioni di casi nella stagione 2024-2025. Gli USA puntano al vaccino universale entro il 2029

 



La stagione influenzale 2024-2025 si è rivelata la più intensa mai registrata in Italia. Secondo l’ultimo rapporto RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), le sindromi simil-influenzali hanno colpito oltre 16 milioni di italiani, raggiungendo un livello mai osservato in passato. Nella sola ultima settimana monitorata, il 3,7% dei campioni analizzati è risultato positivo all’influenza, pari a circa 221mila nuovi casi, segnando comunque un calo rispetto ai sette giorni precedenti.


Il boom stagionale ha spiazzato le previsioni. Dopo due anni di pandemia in cui l’uso massivo di mascherine e il distanziamento avevano ridotto drasticamente la circolazione dei virus respiratori, molti esperti si aspettavano un’influenza più contenuta quest’anno. E invece, i numeri raccontano un’altra storia.


Allarme anche negli Stati Uniti: fino a 130mila decessi stimati

Oltreoceano, la stagione influenzale è stata descritta come la peggiore degli ultimi decenni. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) stimano tra 47 e 82 milioni di contagi, con oltre 1,3 milioni di ricoveri e un numero di decessi che potrebbe arrivare fino a 130mila. Tra le vittime, almeno 216 sono minori.

Anche a livello europeo, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha confermato che quella del 2024-2025 è stata una stagione particolarmente aggressiva in tutta l’UE e nello Spazio Economico Europeo.


Gli esperti: “Colpa di un mix di virus, non di un singolo ceppo”

A spiegare la gravità della situazione è Gianni Rezza, professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: “A differenza dell’anno scorso, dominato dal virus influenzale A/H1, quest’anno non c’è stato un ceppo prevalente. Circolavano simultaneamente i ceppi A/H1, A/H3 e B, ciascuno responsabile di circa un terzo dei casi. Questo ha aumentato la suscettibilità della popolazione”.

Oltre ai virus influenzali, hanno inciso anche altri agenti respiratori tipici dell’inverno, come il rhinovirus e il virus respiratorio sinciziale (RSV), che hanno contribuito ad aggravare il quadro complessivo.


Stati Uniti: parte la corsa per il vaccino antinfluenzale universale

Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno lanciando una grande sfida alla scienza. Il Segretario alla Salute Robert F. Kennedy ha annunciato un investimento di 500 milioni di dollari per sviluppare un vaccino universale contro l'influenza entro quattro anni. Il progetto sarà coordinato dai National Institutes of Health (NIH) e prevede l’avvio dei primi test sull’uomo nel 2026, con l’approvazione della Food and Drug Administration prevista per il 2029.

Secondo Jay Bhattacharya, neo-direttore del NIH, l’obiettivo è quello di superare la logica dei vaccini stagionali e offrire una protezione più ampia e duratura contro i virus influenzali, comprese le varianti più pericolose come quella aviaria.

Il nuovo vaccino sarà basato su tecnologie tradizionali, ma verrà sviluppato a partire dalle ricerche già avviate da Matthew Memoli e Jeffery Taubenberger, due figure di spicco nella virologia americana. Memoli è noto anche per le sue posizioni critiche verso l’obbligo vaccinale durante la pandemia da Covid-19.

In parallelo, il piano prevede anche lo sviluppo di vaccini universali contro i coronavirus, inclusi Sars-Cov-2 e Mers-Cov, per prepararsi a eventuali nuove emergenze sanitarie.


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