La scopa dietro la porta: superstizione o codice antico? - NOC Press

La scopa dietro la porta: superstizione o codice antico?

 




In molte case italiane, specie quelle di campagna o dei piccoli centri, si nasconde ancora oggi un oggetto apparentemente banale ma carico di significato: una vecchia scopa appoggiata dietro la porta d’ingresso. Non è lì per pigrizia o per praticità: è un retaggio di una credenza che affonda le sue radici nei secoli, tra superstizione e rituale domestico.

Secondo la tradizione popolare, mettere una scopa dietro la porta servirebbe a scacciare le presenze indesiderate, siano esse spiriti, energie negative o anche persone sgradite. È una di quelle credenze che si tramandano senza interrogarsi troppo sul perché, ma che resistono nel tempo come un’eco ancestrale. In alcune varianti della leggenda, la scopa non deve essere nuova: deve essere consumata, usata, quasi a indicare che abbia già raccolto e assorbito qualcosa del vissuto domestico, come se potesse "riconoscere" ciò che appartiene e ciò che non deve entrare.

Ma da dove nasce questa usanza? Alcuni antropologi ritengono che l’origine possa risalire a pratiche contadine o addirittura precristiane. La scopa, strumento semplice ma fondamentale nella vita quotidiana, veniva associata al potere di ripulire non solo la casa, ma anche l’anima. Un oggetto di confine, tra l’interno e l’esterno, tra il noto e l’ignoto.

In alcune zone del Sud Italia, ad esempio, la scopa dietro la porta è anche un segnale per “bloccare” l’invidia o il malocchio: chi entra e porta con sé negatività, viene "fermata" simbolicamente dalla presenza dell’oggetto. In altre regioni, si racconta che la scopa confonda gli spiriti maligni: li costringerebbe a contare le setole prima di poter entrare, ritardandoli fino all’alba, quando devono scomparire.

Nel tempo, questa pratica si è mescolata ad altre forme di folklore. Qualcuno la associa alla magia, altri alla religione popolare, dove la protezione della casa diventa una responsabilità quasi spirituale. Curiosamente, la scopa dietro la porta è ancora oggi utilizzata da persone che magari si definiscono “scettiche”, ma che non riescono a liberarsi di certi gesti trasmessi dai nonni “per sicurezza”.

Oggi la leggenda della scopa sopravvive come simbolo silenzioso della paura del male invisibile e del bisogno istintivo di protezione. È uno dei tanti modi in cui l’essere umano ha provato a darsi delle regole contro ciò che non può controllare, inventando oggetti e rituali che parlano più alle emozioni che alla ragione.

Ma alla fine, è proprio questo il fascino delle leggende metropolitane: sono reali non perché siano vere, ma perché ci aiutano a capire come pensiamo, cosa temiamo e cosa, in fondo, desideriamo tenere lontano dalla nostra porta.

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