Dentro la "quarta mafia": chi comanda oggi la "società" foggiana in città
di Redazione NOCPress
A maggio 2025, la "società" foggiana – indicata dalla Direzione Nazionale Antimafia come la “quarta mafia” d’Italia dopo cosa nostra, ’ndrangheta e camorra – è tutt’altro che sconfitta. Colpita da arresti eccellenti e fratture interne, ha dimostrato negli anni una resilienza criminale straordinaria, basata su una struttura a “batterie”, ognuna dotata di leader, territorio, economia, e capacità militare.
Non c’è una cupola. Il potere si muove orizzontalmente tra tre clan principali: Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla, e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Collaborano, si fanno guerra, ma restano uniti da un patto di sangue e silenzio. O almeno così è stato finora.
Pentiti e fratture: il sistema scricchiola
Negli ultimi due anni, la tenuta interna della Società Foggiana ha cominciato a sgretolarsi. Il pentimento più pesante è quello dei fratelli Ciro e Giuseppe Francavilla, (cugini di Antonello ed Emiliano Francavilla) elementi apicali della batteria Sinesi-Francavilla, che hanno scelto di collaborare con la giustizia nel gennaio 2024, a seguito del maxi-processo Decima Azione, che ha coinvolto 29 imputati e colpito tutte e tre le batterie.
Le loro dichiarazioni hanno aperto una breccia nei meccanismi mafiosi foggiani: riti di affiliazione, affari illeciti, omicidi d’esempio e regole interne di tipo paramilitare. Altro nome emerso tra i collaboratori è Patrizio Villani, sicario della batteria Sinesi, il cui contributo ha consolidato la ricostruzione del sistema omertoso e sanguinario che governa la provincia di Foggia da decenni.
Chi comanda oggi in città:
l’ascesa dei Moretti-Pellegrino-Lanza
Nonostante i colpi inflitti dalla giustizia, la batteria Moretti-Pellegrino-Lanza è oggi considerata la più forte e influente. Il fondatore, Rocco Moretti detto il Porco, è detenuto al 41-bis, ma la sua figura continua a esercitare un carisma criminale inalterato.
A gestire gli affari sul territorio sono due nomi chiave: Vincenzo Pellegrino (Capantica) e Vito Bruno Lanza (U’ lepre). I due dirigono un’organizzazione disciplinata, presente nel centro di Foggia e nei quartieri popolari come Candelaro e CEP.
La loro economia si basa su estorsioni metodiche, traffico di stupefacenti (soprattutto cocaina), e infiltrazioni nell’economia legale, con l’utilizzo di prestanome per gestire attività pulite. La batteria incassa circa 200.000 euro al mese solo dalla droga. Le indagini della DIA parlano di una cassa comune, utilizzata per mantenere le famiglie dei detenuti e per corrompere funzionari e intermediari.
Negli ultimi anni, la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 400.000 euro in beni riconducibili al gruppo, tra immobili, auto di lusso e attività commerciali.
Le altre batterie: crisi, violenza e tenuta
Batteria Sinesi-Francavilla
Un tempo egemone, ha subito un colpo pesantissimo con il pentimento dei fratelli Francavilla. Storicamente capeggiata da Roberto Sinesi (lo Zio), anch’egli detenuto, e da Antonello Francavilla genero di Roberto Sinesi, la batteria mantiene una certa influenza nei quartieri periferici e nelle campagne della provincia.
Le sue attività includono: traffico internazionale di stupefacenti (collegamenti con i Balcani e l’Olanda), estorsioni, investimenti nei settori agricolo ed energetico.
È ritenuta responsabile di numerosi omicidi, tra cui quello di Roberto Tizzano nel 2016, ucciso per un regolamento di conti interno. Il patrimonio economico è elevato ma frammentato, soprattutto a seguito delle numerose confische patrimoniali.
Batteria Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese
Una volta chiamata “la batteria giovane”, oggi vive una fase di forte ridimensionamento. Il capo storico Federico Trisciuoglio, detto Enrichetto lo zoppo, deceduto nell'ottobre 2022. Il braccio destro Salvatore Prencipe è stato ucciso in un agguato nel 2023. Resta operativo Raffaele Tolonese, noto come Rafanill, ma la batteria ha perso il controllo diretto del quartiere CEP e ora si limita a piccole estorsioni e al mantenimento di relazioni con micro-spacciatori.
La loro principale fonte di reddito è la cosiddetta "tassa di sovranità": chiunque voglia delinquere nei territori controllati deve pagare un pizzo anche in assenza di affiliazione.
Economia mafiosa e sistema del terrore
Il vero volto della "società" foggiana è quello della mafia sommersa: niente stragi, ma un sistema economico silenzioso e capillare come a quello 'ndranghetista che da stragista a preferito evolversi addentrandosi nel tessuto economico controllando l'economia e l'imprenditoria locale. Le estorsioni rappresentano l’ossatura del potere: gran parte delle attività commerciali, in città e provincia, versano regolarmente una quota per non subire incendi, minacce o "visite".
L’intimidazione è talmente radicata che molti imprenditori si convincono che “pagare” sia la norma. “È per i carcerati”, si sentono dire. E la macchina gira.
Le batterie gestiscono società di comodo, reinvestono il denaro in immobili, ristorazione, aziende agricole e nel settore dei rifiuti. Particolarmente sensibili sono i comuni del Tavoliere e dei Cinque Reali Siti, dove lo Stato è spesso percepito come distante e intermittente.
La mappa del potere criminale
La "società" foggiana si divide il territorio secondo logiche funzionali, non solo geografiche:
- Moretti-Pellegrino-Lanza: centro città, Candelaro, CEP, infiltrazione nel commercio urbano.
- Sinesi-Francavilla: periferie, agro foggiano, traffici internazionali e logistica.
- Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese: aree residuali del CEP, spaccio e microestorsioni.
Schede clan
Moretti-Pellegrino-Lanza
- Leader: Rocco Moretti (detenuto), Vincenzo Pellegrino, Vito Bruno Lanza
- Attività: estorsioni, droga, riciclaggio, infiltrazione commerciale
- Incassi stimati: 200.000 €/mese solo da cocaina
- Omicidi attribuiti: Agnelli (1990), altri durante guerre di mafia
Sinesi-Francavilla
- Leader: Roberto Sinesi (detenuto), Antonello Francavilla
- Attività: narcotraffico internazionale, estorsioni, agroenergie
- Omicidi attribuiti: Panunzio (1992), Tizzano (2016)
Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese
- Leader: Trisciuoglio (sorvegliato), Prencipe (ucciso), Tolonese
- Attività: estorsioni marginali, "tassa di sovranità", spaccio
- Omicidi attribuiti: Panunzio (1992), altri in passato
Di Redazione: un potere che muta pelle
Oggi, la batteria Moretti-Pellegrino-Lanza guida la "società" foggiana. La Sinesi-Francavilla resta un blocco potente, anche se indebolito dai pentimenti. La Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese è in calo, ma non da sottovalutare.
Il potere mafioso foggiano muta pelle, ma resiste. Incarcera un boss e ne nasce un altro, spesso il figlio. Lo Stato oggi ha più mezzi, più uomini e più consapevolezza. Ma la battaglia contro la "quarta mafia" è ancora lontana dall’essere vinta.
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