L'ombra lunga della cocaina: Massimiliano Amato catturato in Perù dopo anni di fuga
Dall’ombra alla luce. Dopo anni di silenzio e latitanza, è finita a Lima, in Perù, la corsa di Massimiliano Amato, un nome che da tempo circolava tra i più ricercati in Italia. Non era un fantasma, ma quasi: si muoveva lontano dai riflettori, nei contorni sfocati del narcotraffico internazionale.
Condannato in via definitiva a 9 anni e 4 mesi dalla Corte d’Appello di Napoli, Amato non era un piccolo ingranaggio. Era accusato di far parte di un'organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina su larga scala, dalla detenzione fino all’importazione nel territorio italiano. Una rete invisibile che, come spesso accade, si estendeva oltre i confini nazionali, fino alle rotte sudamericane.
L’arresto è il risultato di un lavoro silenzioso, fatto di cooperazione tra investigatori italiani e forze dell’ordine peruviane. Nessun blitz spettacolare, nessun colpo di scena holliwoodiano: solo l’inesorabile ricostruzione dei movimenti di un uomo che pensava di aver trovato rifugio sicuro dall’altra parte del mondo.
Ora, mentre si avviano le procedure per l’estradizione, Amato tornerà in Italia per scontare la pena. Ma resta la domanda: quanti altri "Amato" vivono nascosti in piena vista, protetti dal silenzio e dalla distanza?
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