Napoli, docente sospesa per condotte inappropriate in aula: inchiesta partita da segnalazioni dei genitori
In una scuola primaria dell’hinterland napoletano, una docente è stata raggiunta da un provvedimento di sospensione dall’attività didattica per dodici mesi. L’azione è scaturita da un’indagine dei carabinieri, avviata in seguito a segnalazioni di alcune famiglie che avevano notato segnali di disagio nei figli, in particolare ansia e comportamenti insoliti riconducibili all’esperienza scolastica.
Le verifiche, avviate nell’autunno del 2024, si sono concentrate sul contesto relazionale tra l’insegnante e i minori. Su autorizzazione della magistratura, è stato installato un sistema di videosorveglianza all’interno della classe. Le registrazioni hanno documentato interazioni verbali e gestuali non conformi ai principi educativi previsti nel contesto scolastico.
Secondo quanto emerso, il linguaggio utilizzato nei confronti degli alunni risulterebbe inadeguato, caratterizzato da espressioni offensive e atteggiamenti che avrebbero potuto generare un clima di pressione emotiva. Le immagini agli atti dell’indagine mostrerebbero inoltre comportamenti fisici non compatibili con le funzioni di vigilanza e cura tipiche del ruolo docente.
Alcuni dei bambini coinvolti sono poi stati trasferiti in un altro istituto e, secondo quanto riferito dai genitori, le manifestazioni di disagio sarebbero gradualmente scomparse. Le denunce, formalizzate da tre madri, hanno dato impulso all’approfondimento investigativo, tuttora in corso.
La vicenda ha sollevato interrogativi nel mondo della scuola e tra le famiglie, rilanciando il dibattito sulla necessità di monitoraggio continuo e formazione specifica per chi opera nel delicato ambito dell’educazione primaria.
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