Rieducazione in carcere. G. Gatta: "Più organici nei penitenziari"
Il deputato di Forza Italia, Giandiego Gatta, è tornato a occuparsi della condizione degli istituti penitenziari italiani, ponendo l’attenzione su una categoria professionale spesso dimenticata: i funzionari giuridico-pedagogici. Ha infatti presentato, giovedì 22 maggio, una interrogazione parlamentare sollecitando un rafforzamento dell’organico dedicato all’area educativa delle carceri.
Queste figure rivestono un ruolo fondamentale nel processo di riabilitazione dei detenuti, accompagnandoli in un percorso complesso che mira alla reintegrazione sociale. Gli educatori penitenziari rappresentano l’anello di congiunzione tra la condanna e il cambiamento, tra la pena inflitta e la possibilità di un nuovo inizio. Eppure, oggi sono troppo pochi rispetto al numero dei reclusi.
Gatta ha ribadito la centralità del principio sancito dall’articolo 27 della Costituzione, che indica la funzione rieducativa della pena come uno dei pilastri del sistema penale. Per il parlamentare, non si può parlare seriamente di rieducazione se non si investono risorse concrete nel personale che la rende possibile.
L’intervento arriva in un momento in cui si moltiplicano le denunce sullo stato di abbandono di molte carceri italiane, tra sovraffollamento e mancanza di servizi. In questo contesto, il potenziamento del personale educativo non è solo una richiesta tecnica, ma una questione di civiltà giuridica.
La proposta di Gatta, dunque, non si limita a una questione di numeri. Si tratta piuttosto di una presa di posizione su come lo Stato debba intendere la detenzione: non come punizione fine a sé stessa, ma come occasione di recupero umano e sociale.
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