"Storie di resilienza". In un freddo e cupo giorno di novembre il piccolo Diego perse suo padre
Aveva solo sei anni e faceva fatica a capire perché suo amato padre non ci fosse più.
La madre di Diego si chiamava Rita, ed era una donna forte e determinata ma anche lei era sconvolta per l'improvvisa morte del marito.
Dopo la morte del padre, Diego si sentì perso e solo, essendo figlio unico non aveva nessuno con cui poter condividere il suo dolore. La madre lavorava duramente per mantenere lei e il suo bambino, e c'era poco a casa...e lui si sentiva un po' abbandonato anche se stava spesso con Ada la zia paterna a cui era molto legato.
Per Diego ogni festa del papà era fonte di dolore...vedere i suoi compagni preparare pensierini per i loro padri lo faceva sentire un escluso e il senso di vuoto e tristezza aumentava con le feste comandate... che lui non amava e che contribuivano ad aumentare il suo malessere.
Rita soffriva tanto per la mancanza di suo marito e di notte piangeva sola nel suo letto per non farsi sentire dal figlio...per lui doveva essere forte, stargli vicino e aiutarlo a crescere serenamente. Ma Diego ogni giorno ne combinava una...stava diventando un bambino aggressivo e prepotente e le maestre la chiamavano di continuo.
Poi un giorno la zia paterna suggerì alla madre di iscriverlo ad una scuola calcio visto che era particolarmente bravo con il pallone. La madre all'inizio fu un pò scettica, poi diede ascolto al consiglio della cognata e fece l'iscrizione in una squadra di calcio del paese, gestita da brave persone che avevano come unico scopo di divertirsi insieme e creare un gruppo compatto e affiatato!
Diego iniziò a frequentare la scuola calcio due giorni alla settimana, all'inizio fu difficile per lui entrare in ambiente nuovo...in un gruppo già affiatato, ma poi, lentamente iniziò a cambiare.
Diego iniziò a capire il senso della parola "amicizia" e del "fare squadra" con i suoi compagni.
Iniziarono le vittorie con i suoi tanti gol, tutti lo adoravano e facevano il tifo per lui...e per Diego fu come rinascere.
Decise di impegnarsi anche a scuola, e iniziò a studiare duramente. Si rese conto di avere un talento per la matematica e iniziò a sognare di diventare un ingegnere. La madre lo incoraggiò e lo sostenne in ogni modo possibile e con tanti sacrifici.
Anni dopo, Diego si laureò in ingegneria con il massimo dei voti e iniziò a lavorare per una grande azienda. Era diventato un uomo molto bello e ambizioso, e presto si fece notare per le sue capacità e la sua grande intelligenza.
Tutti lo cercavano e lo stimavano, le donne facevano a gare per uscire con lui. Continuò a lavorare sodo e divenne uno degli ingegneri più bravi nell'azienda dove lavorava. Ma nonostante il successo, Diego non dimenticò mai le sue umili origini e la madre che lo aveva cresciuto da sola privandosi di tutto. Continuò a prendersi cura di lei e a sostenerla in ogni modo possibile e fece lo stesso con la zia Ada che lo aveva spinto a entrare nella scuola Calcio.
La stessa scuola che lui adesso sosteneva con copiose donazioni e dove ora giocavano anche i suoi due figli, avuti dalla bellissima moglie conosciuta grazie al suo lavoro. Ma nonostante la sua brillante carriera, Diego sapeva che il suo vero successo era stato quello di aver superato la perdita del padre e di essere diventato l'uomo che era oggi. E sapeva dentro di sé, che il padre sarebbe stato orgoglioso di lui.
Ogni volta che guardava sua madre, sapeva che doveva ringraziarla per tutto ciò che aveva fatto per lui. Perché senza di lei, non sarebbe mai diventato un vero Uomo.
La storia di Diego insegna che anche il dolore più grande si può trasformare in amore verso il prossimo. E insegna che non bisogna mollare mai nemmeno quando tutto sembra perduto.
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