Attacco droni Ucraini in Russia: il più grande raid a lungo raggio che ha colpito Mosca e le basi militari siberiane
Nelle ore precedenti il nuovo ciclo di colloqui di pace a Istanbul, l’Ucraina ha portato a termine un’operazione militare senza precedenti contro diverse basi aeree russe situate a grande distanza dal fronte. L’attacco, pianificato per oltre un anno e mezzo, ha causato danni ingenti, valutati da Kiev in oltre due miliardi di dollari, con la distruzione di numerosi bombardieri.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito questa azione un risultato significativo, frutto di una lunga fase di preparazione e di una precisa coordinazione sul terreno. Secondo la versione ucraina, droni modificati, normalmente disponibili sul mercato ma equipaggiati con esplosivi, sono stati trasportati vicino agli obiettivi in Russia e guidati da operatori locali durante l’attacco, assicurando così un alto grado di precisione e impatto.
Le autorità russe hanno confermato l’attacco, ammettendo la perdita di alcuni velivoli e la presenza di droni in sciame su aeroporti situati in regioni remote come Irkutsk, Murmansk e altre aree della Siberia e dell’estremo oriente. Altri attacchi sono stati neutralizzati dalle difese russe in zone di Ivanovo, Ryazan e Amur. Il ministero della Difesa di Mosca ha definito gli eventi come atti di terrorismo.
Parallelamente, due incidenti sabotatori hanno colpito infrastrutture strategiche in territorio russo: un’esplosione ha causato il crollo di un ponte nella regione di Bryansk provocando il deragliamento di un treno con diverse vittime e feriti, mentre un altro treno merci è deragliato nella regione di Kursk a causa di un ponte danneggiato.
Dal fronte diplomatico, la Germania ha sottolineato il diritto dell’Ucraina a difendersi, precisando di non essere stata informata in anticipo degli attacchi. La Commissione Europea ha preferito non commentare le azioni militari, ma ha ribadito il sostegno alle iniziative diplomatiche volte a una soluzione pacifica e duratura del conflitto.
Contemporaneamente, Kiev ha denunciato un massiccio attacco di droni e missili russi, il più intenso dall’inizio della guerra, con gravi conseguenze umane in un centro di addestramento militare. In seguito a critiche sulla gestione di queste difese, il comandante delle Forze terrestri ucraine ha rassegnato le dimissioni.
Mentre gli scontri proseguono, a Istanbul si apre un nuovo capitolo negoziale: la delegazione ucraina, guidata dal ministro della Difesa Rustem Umerov, e quella russa, capeggiata dall’ex ministro Vladimir Medinsky, si confrontano nella speranza di avvicinare posizioni. Zelensky ha ribadito l’urgenza di un cessate il fuoco, il rilascio dei prigionieri e il ritorno dei bambini allontanati, auspicando inoltre un vertice al più alto livello per affrontare i temi più delicati. Sul versante russo, si registra cautela e si condiziona ogni passo avanti a progressi concreti durante i negoziati.
Dal vertice NATO di Vilnius, Zelensky ha confermato la disponibilità dell’Ucraina a compiere tutti i passi necessari per raggiungere la pace, richiamando però l’attenzione sulla possibilità di intensificare le sanzioni nel caso in cui gli incontri diplomatici non portino a risultati tangibili.
Nessun commento:
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.