Estorsione aggravata, il Riesame ordina l’arresto per la figlia di Totò Riina e il marito - NOC Press

Estorsione aggravata, il Riesame ordina l’arresto per la figlia di Totò Riina e il marito



Il Tribunale del Riesame di Firenze ha disposto la misura cautelare in carcere per Maria Concetta Riina, figlia del defunto boss mafioso Totò Riina, e per il marito Antonino Ciavarello, nell’ambito di un’inchiesta per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Secondo l’accusa, i due avrebbero cercato di ottenere somme di denaro da due imprenditori della Toscana, con pressioni reiterate e toni minacciosi. I fatti risalgono all’estate del 2024. Le indagini hanno evidenziato un primo versamento da parte delle vittime, frutto – secondo quanto riferito dagli inquirenti – delle pressioni subite. Nonostante fosse già detenuto all’epoca, Ciavarello sarebbe riuscito a inviare messaggi intimidatori direttamente dal carcere.

La Procura fiorentina, che aveva visto in un primo momento respingere la richiesta di arresto dal giudice per le indagini preliminari, ha fatto ricorso al Riesame, sostenendo la sussistenza di gravi indizi, il rischio di inquinamento probatorio e la possibilità di reiterazione del reato. La corte ha accolto l’appello, ritenendo fondati gli elementi presentati.

Tuttavia, la misura non è ancora esecutiva, in attesa dell’esito dei ricorsi annunciati in sede di legittimità. Intanto, la vicenda ha sollevato l’attenzione dell’opinione pubblica per la presenza dell’aggravante del metodo mafioso, che secondo la Procura sarebbe stato evocato per rafforzare il potere intimidatorio delle richieste.

Le indagini proseguono, mentre si attende la pronuncia della Cassazione che potrebbe rendere definitiva l’ordinanza di custodia cautelare.




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