Il Giappone ha eseguito la condanna a morte di Takahiro Shiraishi, noto come il “killer di Twitter”, responsabile dell’omicidio di nove persone tra l’estate e l’autunno del 2017. Si tratta della prima esecuzione nel Paese dal luglio 2022.
Shiraishi, 33 anni, era stato condannato nel 2020 dopo aver confessato gli omicidi di otto donne e un uomo.
La vicenda risale al 2017, quando in un appartamento situato nella città di Zama, a sud di Tokyo, furono scoperti i corpi smembrati di nove persone: un uomo e otto donne. Il responsabile, Takahiro Shiraishi, aveva attirato le vittime tramite Twitter, per poi ucciderle. Le vittime, erano persone vulnerabili, alcune delle quali avevano espresso pensieri suicidi. Shiraishi le attirava con la promessa di assisterle o accompagnarle nella morte.
L’uomo fu arrestato e successivamente accusato di diversi reati, tra cui omicidio, rapina e violenza sessuale.
La condanna a morte è stata emessa da un tribunale distrettuale di Tokyo. Sebbene inizialmente l’avvocato difensore avesse presentato ricorso alla Corte d’Appello, fu lo stesso Shiraishi a decidere di ritirarlo, rendendo la sentenza definitiva nel 2021.
L'esecuzione è avvenuta per impiccagione, come previsto dalla legge giapponese, e in linea con la prassi nazionale non è stata comunicata in anticipo al condannato. Il Ministero della Giustizia ha confermato la notizia, difendendo la decisione come atto dovuto per uno dei crimini più efferati degli ultimi anni.
Il ministro Keisuke Suzuki ha dichiarato che l’esecuzione risponde alla domanda di giustizia dell’opinione pubblica e alla necessità di garantire sicurezza e ordine. Tuttavia, la scelta ha riacceso il dibattito interno e internazionale sulla pena di morte in Giappone, uno dei pochi Paesi sviluppati dove è ancora in vigore.
Attualmente, nel Paese sono più di 100 le persone in attesa nel braccio della morte. Gruppi per i diritti umani chiedono maggiore trasparenza e la fine dell’uso della pena capitale, mentre il governo continua a sostenere la sua validità come deterrente nei confronti dei crimini più gravi.
L’esecuzione di Shiraishi chiude una delle vicende criminali più scioccanti nella storia recente del Giappone, lasciando un segno profondo nella memoria collettiva.
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