"I burattinai del consenso" – Capitolo 1. Il fantasma nell’algoritmo: così si orienta l’opinione pubblica italiana senza che tu te ne accorga - NOC Press

"I burattinai del consenso" – Capitolo 1. Il fantasma nell’algoritmo: così si orienta l’opinione pubblica italiana senza che tu te ne accorga


di Roberto Arcu Fedele



Una ragazza sorride davanti allo specchio, mentre si trucca ascoltando un audio motivazionale. Il video dura 15 secondi, è su TikTok e totalizza 1,8 milioni di visualizzazioni in 48 ore. Ma il vero messaggio è nascosto nei sottotitoli: “Sii libera. Nessuno deve dirti come vivere. Neanche lo Stato.”
A prima vista è empowerment. A uno sguardo più attento, è la testa d’ariete di una narrativa mirata, che collega libertarismo, no-tax, anti-governismo e, infine, posizioni politiche di estrema destra.

Secondo un rapporto del Parlamento Europeo del marzo 2025 intitolato “Digital Manipulation and Foreign Interference”, l’Italia è uno dei paesi dell’UE più vulnerabili alla propaganda politica digitale non dichiarata. Soprattutto a causa della scarsa regolamentazione sui contenuti sponsorizzati dai microinfluencer, e della diffusione capillare di gruppi Telegram eterodiretti con finalità politiche.

L’algoritmo è il nuovo voto di scambio

“Non ci servono più i pacchi alimentari o i contratti part-time pre-elettorali. Ora si compra consenso con la visibilità,” ci confessa, in forma anonima, un ex collaboratore di una nota agenzia di comunicazione politica con sede a Milano.

Nel 2024, tale agenzia ha lanciato e gestito 63 canali social riconducibili a 5 candidati regionali, usando una rete di fake accounts e booster-bots per aumentare l’engagement. “In tre mesi siamo passati da zero a 120.000 follower. Nessun contenuto politico diretto: solo frasi ispirazionali, consigli su come risparmiare con il cashback e meme contro l’inflazione. Ma ogni 10 contenuti neutri, ce n’era uno politicamente polarizzato,” aggiunge la fonte.

Il meccanismo è semplice: creare “ambasciatori di fiducia” digitali che entrano nella routine degli utenti, colonizzano il feed e, al momento giusto, inseriscono il messaggio chiave. Invisibile ai radar dell’AGCOM e dell’opinione pubblica.

TikTok, Telegram, X: le tre teste del Cerbero

Un’inchiesta pubblicata da The Guardian nel dicembre 2024 ha tracciato i collegamenti tra alcuni profili virali su TikTok italiani e società con sede a Mosca e Istanbul. Il gruppo più noto è “Italia Libera Digital”, apparentemente nato come iniziativa culturale per giovani, oggi veicolo di contenuti politici anti-NATO, no-vax e pro-Cina.

Contenuti che raggiungono milioni di utenti senza etichette di “sponsorizzazione”, sfruttando la bolla algoritmica e la viralità da sfogo emotivo.

Il canale Telegram “La Voce Vera”, nato nel 2022 per “denunciare la censura covid”, è oggi uno snodo fondamentale per la disinformazione elettorale. Controllato da una società di hosting registrata a Dubai, pubblica ogni giorno oltre 80 contenuti tra video, link e infografiche. Molti di questi riciclano materiale già debunkato da Open, Pagella Politica o Facta.

Quando l’intelligenza artificiale scrive la propaganda

Con l’avvento dei modelli generativi come GPT e Gemini, le campagne disinformative hanno fatto un salto di qualità. Un recente studio del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) ha scoperto che il 42% dei post più condivisi su X relativi al “fallimento dell’euro” o al “complotto green” sono scritti interamente da intelligenze artificiali e pubblicati da reti coordinate.

Un esempio lampante è il profilo “ItalRealNews” (ora sospeso), che ha generato oltre 400 articoli falsi in meno di 60 giorni, alcuni dei quali rilanciati anche da politici locali e piccoli giornali online.

Il consenso non si conquista: si installa

Non siamo più nella fase in cui il cittadino sceglie. Siamo in quella in cui la narrativa sceglie il cittadino. Un like, una condivisione, una reaction. Ogni gesto alimenta la costruzione invisibile di un’identità politica indotta. Il consenso non si ottiene più con il confronto democratico, ma con l’infiltrazione emotiva. Chi controlla gli algoritmi, oggi, controlla l’inconscio collettivo.


Prossimo capitolo – “Le Manovre dell’Est: Mosca, Belgrado, Istanbul. I nodi esteri della rete nera italiana”

Nel secondo capitolo ci spingeremo oltreconfine. Esploreremo le connessioni con i think-tank russi, le agenzie marketing balcaniche che confezionano meme politici su commissione e gli affari opachi tra influencer italiani e consulenti esteri. Perché la guerra dell’informazione non è futura: è già cominciata, e l’Italia è il fronte meno difeso.

Hai segnalazioni su campagne digitali sospette? Scrivici in forma anonima a: redazionenocpress@gmail.com

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