Attacco USA in Iran. Colpiti impianti nucleari
Nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2025, le tensioni tra Stati Uniti e Iran hanno raggiunto un nuovo punto critico. Secondo fonti ufficiali, Washington ha ordinato un attacco aereo contro tre siti nucleari iraniani, identificati come Fordow, Natanz e Isfahan. Si tratta di una delle azioni militari più rilevanti nell’area mediorientale degli ultimi anni.
L’operazione, coordinata e pianificata da settimane, ha coinvolto bombardieri stealth e armamenti ad alta penetrazione. A confermare l’attacco è stato lo stesso presidente degli Stati Uniti, che ha dichiarato l’intervento «mirato alla neutralizzazione di infrastrutture sensibili legate allo sviluppo nucleare».
L’azione statunitense arriva in un momento di forte tensione nella regione, dopo settimane di accuse reciproche, manovre militari e operazioni israeliane precedenti su obiettivi militari in territorio iraniano. Secondo osservatori internazionali, l’azione potrebbe rappresentare una risposta congiunta a un’accresciuta preoccupazione per il presunto avanzamento del programma nucleare iraniano, sebbene Teheran abbia più volte negato intenti offensivi.
L’Iran ha definito l’attacco una “violazione del diritto internazionale” e ha annunciato di voler esaminare tutte le opzioni di risposta, pur evitando per il momento dichiarazioni che prefigurino azioni dirette. Anche l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha rilasciato un comunicato rassicurante, spiegando che non si registrano dispersioni radioattive rilevanti nei pressi dei siti colpiti.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà nei prossimi giorni per discutere della situazione. Il Segretario Generale ha già espresso “profonda preoccupazione” e ha invitato tutte le parti alla de-escalation e al dialogo.
Sul piano interno, l’azione ha ricevuto reazioni contrastanti negli Stati Uniti. Se da una parte è stata accolta positivamente da alcuni ambienti politici, altre voci hanno sollevato interrogativi sulla legittimità e le conseguenze di un’azione militare unilaterale, temendo un allargamento del conflitto nella regione.
Restano molti i punti da chiarire: l’effettiva entità dei danni inflitti, le intenzioni iraniane nei prossimi giorni e le ripercussioni geopolitiche ed economiche che potrebbero emergere a livello globale. Ciò che appare certo è che la crisi tra Stati Uniti e Iran ha superato un nuovo punto di non ritorno.
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