Voto Referendum: le crepe nel consenso di Pd, M5S e centrodestra - NOC Press

Voto Referendum: le crepe nel consenso di Pd, M5S e centrodestra

 




Il recente referendum ha evidenziato un quadro elettorale più frammentato rispetto a quanto emerso dalle ultime consultazioni politiche. Un’analisi approfondita condotta dall’Istituto Cattaneo di Bologna, che ha incrociato i dati delle elezioni europee del 2024 con quelli del voto referendario, mostra come una parte significativa degli elettori non abbia seguito pedissequamente le indicazioni dei propri partiti.

Nel dettaglio, tra il 15 e il 20% degli elettori del Partito Democratico ha espresso un voto contrario al quesito sulla cittadinanza, segnando una distanza rispetto alla linea ufficiale del partito. Simili divisioni si riscontrano anche nel Movimento 5 Stelle, dove il consenso al referendum varia in base alle aree geografiche: il “sì” prevale in città come Napoli e Palermo, mentre altrove, come a Roma, il voto è diviso quasi a metà.

Dall’altro lato, il centrodestra si distingue per un elevato tasso di astensione. Coloro che hanno partecipato al voto tendono a schierarsi quasi unanimemente contro la proposta sulla cittadinanza, ma restano notevoli le differenze interne tra le diverse formazioni. Ad esempio, gli elettori di Lega e Fratelli d’Italia mostrano un orientamento più favorevole al “sì” sulla tutela del lavoro, mentre i sostenitori di Forza Italia manifestano posizioni meno omogenee.

Un elemento che emerge con chiarezza è la partecipazione particolarmente alta tra gli elettori progressisti, contrapposta a una forte astensione fra i moderati e l’area liberal-riformista. Questo spaccato indica che, seppur la consultazione abbia mobilitato una parte degli astenuti delle scorse elezioni, la divisione interna agli schieramenti rimane evidente e consolidata.

L’Istituto Cattaneo mette in guardia da facili interpretazioni: nonostante le discrepanze sui singoli quesiti, gli equilibri politici generali sembrano mantenersi stabili rispetto alle ultime tornate elettorali. Le differenze nel voto referendario rappresentano più un segnale di disagio su temi specifici che un reale cambiamento nell’orientamento di lungo periodo.

In conclusione, questo voto ha sottolineato come gli elettori italiani siano oggi più inclini a esprimersi liberamente su temi precisi, senza necessariamente seguire l’indicazione dei partiti di appartenenza. Una dinamica che chiama tutti gli attori politici a riflettere su come costruire un dialogo più diretto e trasparente con la propria base.

Nessun commento:

Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.