Da Medu l'analisi sanitaria del genocidio di Gaza. Il report del Physician for Human Rights Israele - NOC Press

Da Medu l'analisi sanitaria del genocidio di Gaza. Il report del Physician for Human Rights Israele

(foto di Efrem m Efre da Pexels)

Medici per i Diritti Umani pubblica oggi la versione italiana del report Destructions of Conditions of Life: a Health Analysis of the Gaza Genocide (Distruzione delle condizioni di vita: una analisi sanitaria del genocidio di Gaza) di Physicians for Human Rights Israele (PHRI). Poiché riteniamo questo rapporto di grande importanza per comprendere quanto sta accadendo, ci auguriamo che questa traduzione aiuti a farlo conoscere e diffondere anche tra il pubblico italiano. Come giustamente affermato nelle conclusioni di questo documento, anche noi riteniamo che" il valore giuridico e morale di quanto esposto" non possa e non debba restare confinato ai contesti specialistici. Leggere l'impressionante sequenza di atti di guerra mirati che ha portato alla quasi totale distruzione del sistema sanitario di Gaza è di per sè un'esperienza traumatica e angosciante ma tuttavia necessaria.

Il primo aspetto di rilievo che rende questo rapporto meritevole di un’attenta lettura — insieme a quello contemporaneo e complementare pubblicato dall’ONG B’Tselem — è che, per la prima volta delle organizzazioni della società civile israeliana affermano senza reticenze che quanto lo Stato di Israele sta compiendo da quasi due anni nella Striscia di Gaza è a tutti gli effetti un genocidio. Per fare questo PHR Israele e B’Tselem si basano su una minuziosa documentazione e su una rigorosa e dettagliata analisi dei fatti. "Non avremmo mai immaginato di scrivere questo rapporto" ha dichiarato la presidente di B’Tselem Orly Noy , nella conferenza stampa congiunta con PHR - Israele "ma negli ultimi mesi abbiamo visto una realtà che non ci ha lasciato nessuna scelta se non quella di riconoscere la verità: Israele sta commettendo un genocidio».

In secondo luogo, per un organizzazione medico-umanitaria come la nostra il documento è di particolare interesse poichè esamina le violazioni dei diritti umani, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità attraverso il degrado sistematico delle condizioni sanitarie, includendo: la distruzione deliberata del sistema sanitario (ospedali, ambulanze, cliniche); la negazione dell’accesso a cure mediche e umanitarie; l’uso della fame e della malattia come strumenti di guerra; l’impatto su neonati, bambini, donne e pazienti vulnerabili; il divieto di evacuazione dei malati e feriti; la persecuzione e l’uccisione di operatori sanitari. Questo tipo di analisi assume che la salute sia un indicatore chiave della sopravvivenza di un popolo, e quindi che attaccare sistematicamente la salute pubblica equivalga alla distruzione delle condizioni di vita, uno degli elementi costitutivi del crimine di genocidio secondo la Convenzione ONU per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948.

Il 13 ottobre 2023, l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione di 22 ospedali a Gaza City e nel nord della Striscia di Gaza. Dove sarebbero stati trasferiti i migliaia di pazienti malati e feriti? Come avrebbero potuto essere evacuati in mezzo ai bombardamenti incessanti che colpivano l’intera Striscia? E quale assistenza sarebbe rimasta per il milione di residenti presenti nella zona di evacuazione?
"Queste sono domande che ogni persona, e in particolare ogni professionista sanitario, avrebbe dovuto porsi anche mentre cercava di affrontare il dolore immenso del massacro del 7 ottobre" ci ricorda Guy Shalev, direttore di PHR Israele. Quel giorno ha segnato l’inizio di un'aggressione senza precedenti al sistema sanitario di Gaza. Negli ultimi 22 mesi, Israele ha preso sistematicamente di mira le infrastrutture mediche in tutta la Striscia di Gaza. Il rapporto di PHR Israele lo documenta con estremo rigore. Ospedali e cliniche, attaccati e privati di carburante e acqua, sono stati annientati uno dopo l’altro. Mentre gli attacchi militari proseguivano, il sistema sanitario ha ceduto sotto questa mortale aggressione. Israele ha ripetutamente sostenuto che gli ospedali venivano usati per fini di Hamas, ma ha fornito prove carenti ed estremamente vaghe, che non giustificano in alcun modo la distruzione sistematica e diffusa di un intero sistema sanitario.

L’assedio su Gaza ha ulteriormente aggravato il crollo del sistema sanitario. L’evacuazione dei pazienti è stata interrotta, i valichi sono stati chiusi e l’ingresso degli aiuti umanitari è stato quasi completamente bloccato. Questo ha portato al collasso totale del sistema a Gaza: le malattie si sono diffuse senza controllo, le infrastrutture critiche sono crollate e le famiglie sono state più volte sfollate con la forza. Una grave carestia ha colpito tutta la Striscia, in particolare i bambini, con il 92% dei neonati tra i 6 e i 24 mesi attualmente privi di una nutrizione adeguata. Almeno 80 bambini sono già morti di fame. Dall’inizio della guerra, 139.607 persone sono state ferite e 4.700 hanno subito amputazioni, il 20% dei quali sono bambini. Secondo stime prudenti, almeno 60.000 palestinesi sono stati uccisi—tra cui 18.000 bambini—pari al 2,5% della popolazione. In mezzo a questi orrori, i professionisti sanitari di Gaza continuano a lavorare con coraggio per salvare vite pur essendo essi stessi presi di mira deliberatamente. Almeno 1.580 operatori sanitari sono stati uccisi, e oltre 302 incarcerati. Il rapporto di PHR Israele ricorda a tutti noi professionisti della salute il dovere morale di stare dalla loro parte, garantirne la protezione e pretendere giustizia e responsabilità.

Ultimo ma non ultimo, questo report denuncia la sottovalutazione della gravità della situazione da parte della comunità internazionale. "Le istituzioni incaricate di prevenire e punire il genocidio si sono mosse troppo lentamente, e la loro capacità di far valere davvero la responsabilità resta incerta" afferma il rapporto nelle sue conclusioni. D'altra parte, come afferma Guy Shalev " il silenzio davanti al genocidio non può essere un opzione". Ma forse le parole che meglio esprimono il senso etico di questo rapporto di PHR Israele sono proprio quelle citate nel suo incipit, del medico pediatra palestinese Mahmoud Abu Nujaula ucciso da un bombardamento israeliano dell’ospedale Al‑Awda, uno degli ultimi funzionanti nel nord di Gaza:
"Chiunque sopravviverà fino alla fine racconterà la storia. Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo. Ricordateci".

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