Emiliano: distribuzione dell’acqua e il ciclo della depurazione sono e saranno definitivamente ed esclusivamente in mano pubblica
“La Regione Puglia ha definitivamente messo in sicurezza l’Acquedotto Pugliese e l’acqua pubblica in Puglia, sancendo definitivamente i risultati del referendum del 2011.
Sarà così attuato quello che il popolo italiano ha voluto con il referendum, assicurando che nella nostra regione la distribuzione dell’acqua e il ciclo della depurazione sono e saranno definitivamente ed esclusivamente in mano pubblica, in un giusto equilibrio tra Regione Puglia e comuni.
Abbiamo poi assicurato una governance del più grande acquedotto d’Europa che è insieme plurale e concentrata.
Il nuovo statuto e l’affidamento in house del servizio idrico ad Aqp da parte dell’Autorità idrica pugliese definisce e specifica il modello pugliese di governo pubblico dell’acqua.
La Puglia ancora una volta è all’avanguardia delle regioni italiane: forse anche perché qui da secoli sappiamo cosa voglia dire scarsità di acqua e giammai vorremmo tornare ai tempi dei mercanti di acqua in tempi di cambiamento climatico e di eventi meteorologici estremi.
La Puglia è già la prima regione per qualità della depurazione, con il risultato della migliore qualità delle acque di balneazione. Un risultato che forse solo la mano pubblica può attuare in maniera razionale e scientifica.
Per questo continueremo ad investire risorse e intelligenze in Acquedotto Pugliese, cui sempre più toccherà il compito di portare acqua buona ai cittadini senza sprechi e di depurarla alla fine del ciclo per poi magari utilizzarla quanto più possibile per usi agricoli e industriali”.
Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando la deliberazione del Consiglio Direttivo, presieduto dall’on. Toni Matarrelli, dell’Autorità idrica pugliese n.52 del 30 giugno, approvata all’unanimità, con la quale è stato disposto l’affidamento del servizio idrico integrato pugliese secondo la formula dell’in house providing ad Acquedotto Pugliese.
“Si tratta di un esito di straordinaria valenza sociale e politica – ha spiegato il presidente di Aip Toni Matarrelli - che giunge a conclusione di un lungo e complesso iter: da parte di Aip, che ha ascoltato le istituzioni e i sindaci, e da parte della Regione Puglia e del Governo centrale, che hanno agito concordemente per istruire un percorso legislativo in grado di strutturare solide basi per un servizio idrico completamente in mano pubblica.
Per potersi esprimere e assumere una decisione, Autorità ha consumato un’analisi durata due anni, comparando molteplici casi in Italia e simulando tanto l’ipotesi di una gestione privata, quanto quella della gestione diretta dei Comuni pugliesi, che si sarebbero avvalsi del patrimonio umano e materiale di AQP. I risultati di questo studio sono illustrati in un elaborato di circa 300 pagine, liberamente fruibile sul portale di Aip e inviato, per un sovrappiù di responsabilità, non soltanto all'Anac, come previsto per legge, ma anche a tutti i possibili enti di garanzia: Corte dei Conti, AGCM e Arera, così da metterne a sistema eventuali pareri e prescrizioni, consapevoli dell'importanza storica del procedimento in atto.
Alla luce di incontrovertibili dati, consideriamo quindi virtuosa, efficace e innovativa la scelta di una governance partecipata, sia per una ragione di carattere giuridico, sia per una di natura tecnico-gestionale, entrambe sottese alla volontà della Regione e di Aip di tutelare tutti i 257 Comuni pugliesi in un regime di assoluta trasparenza.
In particolare, la volontà della Regione di consentire il controllo del gestore da parte dei Comuni verte sul nuovo articolo 28 dello Statuto di AQP, attraverso il Comitato di coordinamento e controllo, organo eletto da tutti i Comuni pugliesi indipendentemente dall’acquisizione della quota e composto da sei rappresentanti e che, tra le altre, ha funzioni vincolanti di vigilanza, supervisione e ispezione. Attraverso tale opzione, tutte le decisioni assunte dal CdA di Acquedotto saranno sottoposte al vaglio critico e quindi al governo diretto dei Comuni, ad assoluta garanzia anche di quelli non ancora soci.
È da valutare con favore, inoltre, la sostenibilità dell’affidamento e quindi la convenienza rispetto ad altri modelli gestionali, come ampiamente emerso dagli studi comparativi e dalle simulazioni agli atti. Ad ulteriore vantaggio, la decisione della Regione di cedere agli enti locali a titolo gratuito il 20% delle quote di un soggetto gestore (AQP) già esistente e quindi dotato di un consolidato patrimonio umano, materiale, di competenze e di avviamento”.
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