Cunicoli, grotte e ipogei. I tesori di Foggia scoperti e sotterrati
Spunta un cunicolo e una certa Foggia lo ricopre. Così la storia è buttata nel cestino.
Non sarà , forse, la stessa cosa, ma almeno la curiosità di saperne di più dovrebbe non solo interrogare ma portarsi sul luogo per le dovute verifiche.
Nei giorni scorsi è stato rinvenuto a Foggia, sotto la stazione ferroviaria e precisamente tra l'ottavo e nono binario, un cunicolo. La scoperta è avvenuta durante gli scavi per lavori della ferrovia che, a quanto pare, continueranno sotterrando il cunicolo, perciò senza la dovuta verifica.
Foggia è una città che nel sottosuolo ha molte decine di grotte, ipogei, cunicoli, risalenti a epoche antiche e alcuni costruiti durante la Seconda Guerra Mondiale, appunto per sfuggire ai bombardamenti, per permettere alla popolazione di mettersi al riparo e spostarsi da un punto all’altro della città . Una rete di camminamenti sotterranei che, oggi interrotta da chiusure varie, un tempo comunicante e ricca di ricordi, storia, anche folclore per racconti e leggende.
È di due giorni fa, 05 agosto 2025, la notizia divulgata dall’ANSA sul ritrovamento di un probabile ipogeo rinvenuto dinanzi la stazione ferroviaria di Bari, nel corso delle operazioni di scavo per la posa di condotte idriche legate alla riqualificazione di piazza Moro.
Probabilmente a Bari si tratta di una struttura a uso militare risalente al periodo delle guerre mondiali, come riporta l’ANSA dopo il primo sopralluogo delle autorità competenti. Difatti il Comune ha bloccato i lavori e insieme alla Soprintendenza si sono già attivati per capirne di più. Parrebbe che l’ipogeo potrebbe essere un rifugio antiaerei, ma potrebbe svelare altro, anche tesori culturali e storici di altri tempi.
Quello che purtroppo, per nostra sfortuna, non avviene a Foggia, giacché a quanto pare si è deciso di soprassedere sul cunicolo, ricoprirlo e continuare i lavori ferroviari.
Un po’, se non proprio del tutto, come è avvenuto durante gli scavi del palazzo in via Spalato, un tempo ex sede dei Monopoli di Stato, dove è stata rinvenuta una grotta ed è stata immediatamente chiusa: anche quella poteva essere anche una struttura utilizzata negli anni del secondo conflitto mondiale, cui Foggia ne è piena e con esse tecnologie militari. Difatti in quell’area è stata rimossa una grossa bomba inesplosa, ragion per cui quella grotta poteva contenere testimonianze di quel periodo, ed altro.
Oppure come è avvenuto qualche anno fa in piazza del Lago, a due passi dalla cattedrale, durante l’abbattimento del vecchio palazzo frontale alla fontana delle tre fiammelle, dove furono rinvenute ben tre grotte, cui la centrale aveva un arco molto grande. I tre ritrovamenti furono richiusi, senza conoscerne la storia e i contenuti. Alcuni residenti dissero che nella grotta centrale, la più grande, avrebbero visto una jeep militare. Un po’ di storia: piazza del Lago è detta anche delle “tre fiammelle” perché è il luogo in cui fu ritrovato il Sacro tavolo della Iconavetere, la Madonna dei Sette Veli protettrice di Foggia, dove appunto le tre fiammelle, galleggianti sulle acque di una pozza d’acqua o di un laghetto, attrassero l’attenzione dei pastori; quelle tre fiammelle oggi sono il simbolo di Foggia, riportate nel suo stemma e sul gonfalone.
Come pure il 10 novembre 2015, quando durante i lavori di ristrutturazione del basamento della fu scuola media De Sanctis, in via Caracciolo, fu rinvenuto un arco probabilmente di una grotta o ipogeo. Richiusa anche quella, perfino dopo averla portata alla conoscenza dell’allora Amministrazione comunale.
Intanto a Bari, come detto, ragionevolmente (non come Foggia) il Comune ha “avviato le procedure previste per la messa in sicurezza dell'area e si continuerà , non appena possibile, con le attività di cantiere in sinergia con gli enti competenti, sulla base delle loro indicazioni”, si legge in una sua nota stampa. Contestualmente, prosegue la nota “il Genio militare proseguirà le ispezioni previste nei casi analoghi, procedendo con le dovute valutazioni relative alla classificazione del sito e dei ritrovamenti sul posto”.
A Foggia, ad appena 120 massimo 130 km da Bari, si sceglie la chiusura, trascurando un possibile valore storico-culturale del cunicolo, senza la curiosità (dovuta) di conoscere a quale epoca della storia locale risalga, in modo da studiarlo. Così come è avvenuto per gli esempi riportati, grotte e/o ipogei.
Foggia, come Bari, ma forse di più, è piena di grotte, cunicoli, ipogei e camminamenti sotterranei, ma alle istituzioni locali non interessa: meglio chiudere e costruirci sopra, la legge del mattone, del cementificare tutto, dell’espansione urbana tout court.
«Domani è un altro giorno», proferì in “Via col vento” Rossella O'Hara, ostinata a rincorrere il suo sogno convinta che ci sia sempre tempo per porre rimedio e ritornare sui suoi passi. Quella cieca assolutezza in cui da tempo vive Foggia e il suo mondo imprenditoriale e istituzionale, un mondo diverso da quello di Bari.
“Intelligenti pauca” e l’ignoranza e noncuranza prolifica.
Non sarà , forse, la stessa cosa, ma almeno la curiosità di saperne di più dovrebbe non solo interrogare ma portarsi sul luogo per le dovute verifiche.
Nei giorni scorsi è stato rinvenuto a Foggia, sotto la stazione ferroviaria e precisamente tra l'ottavo e nono binario, un cunicolo. La scoperta è avvenuta durante gli scavi per lavori della ferrovia che, a quanto pare, continueranno sotterrando il cunicolo, perciò senza la dovuta verifica.
Foggia è una città che nel sottosuolo ha molte decine di grotte, ipogei, cunicoli, risalenti a epoche antiche e alcuni costruiti durante la Seconda Guerra Mondiale, appunto per sfuggire ai bombardamenti, per permettere alla popolazione di mettersi al riparo e spostarsi da un punto all’altro della città . Una rete di camminamenti sotterranei che, oggi interrotta da chiusure varie, un tempo comunicante e ricca di ricordi, storia, anche folclore per racconti e leggende.
È di due giorni fa, 05 agosto 2025, la notizia divulgata dall’ANSA sul ritrovamento di un probabile ipogeo rinvenuto dinanzi la stazione ferroviaria di Bari, nel corso delle operazioni di scavo per la posa di condotte idriche legate alla riqualificazione di piazza Moro.
Probabilmente a Bari si tratta di una struttura a uso militare risalente al periodo delle guerre mondiali, come riporta l’ANSA dopo il primo sopralluogo delle autorità competenti. Difatti il Comune ha bloccato i lavori e insieme alla Soprintendenza si sono già attivati per capirne di più. Parrebbe che l’ipogeo potrebbe essere un rifugio antiaerei, ma potrebbe svelare altro, anche tesori culturali e storici di altri tempi.
Quello che purtroppo, per nostra sfortuna, non avviene a Foggia, giacché a quanto pare si è deciso di soprassedere sul cunicolo, ricoprirlo e continuare i lavori ferroviari.
Un po’, se non proprio del tutto, come è avvenuto durante gli scavi del palazzo in via Spalato, un tempo ex sede dei Monopoli di Stato, dove è stata rinvenuta una grotta ed è stata immediatamente chiusa: anche quella poteva essere anche una struttura utilizzata negli anni del secondo conflitto mondiale, cui Foggia ne è piena e con esse tecnologie militari. Difatti in quell’area è stata rimossa una grossa bomba inesplosa, ragion per cui quella grotta poteva contenere testimonianze di quel periodo, ed altro.
Oppure come è avvenuto qualche anno fa in piazza del Lago, a due passi dalla cattedrale, durante l’abbattimento del vecchio palazzo frontale alla fontana delle tre fiammelle, dove furono rinvenute ben tre grotte, cui la centrale aveva un arco molto grande. I tre ritrovamenti furono richiusi, senza conoscerne la storia e i contenuti. Alcuni residenti dissero che nella grotta centrale, la più grande, avrebbero visto una jeep militare. Un po’ di storia: piazza del Lago è detta anche delle “tre fiammelle” perché è il luogo in cui fu ritrovato il Sacro tavolo della Iconavetere, la Madonna dei Sette Veli protettrice di Foggia, dove appunto le tre fiammelle, galleggianti sulle acque di una pozza d’acqua o di un laghetto, attrassero l’attenzione dei pastori; quelle tre fiammelle oggi sono il simbolo di Foggia, riportate nel suo stemma e sul gonfalone.
Come pure il 10 novembre 2015, quando durante i lavori di ristrutturazione del basamento della fu scuola media De Sanctis, in via Caracciolo, fu rinvenuto un arco probabilmente di una grotta o ipogeo. Richiusa anche quella, perfino dopo averla portata alla conoscenza dell’allora Amministrazione comunale.
Intanto a Bari, come detto, ragionevolmente (non come Foggia) il Comune ha “avviato le procedure previste per la messa in sicurezza dell'area e si continuerà , non appena possibile, con le attività di cantiere in sinergia con gli enti competenti, sulla base delle loro indicazioni”, si legge in una sua nota stampa. Contestualmente, prosegue la nota “il Genio militare proseguirà le ispezioni previste nei casi analoghi, procedendo con le dovute valutazioni relative alla classificazione del sito e dei ritrovamenti sul posto”.
A Foggia, ad appena 120 massimo 130 km da Bari, si sceglie la chiusura, trascurando un possibile valore storico-culturale del cunicolo, senza la curiosità (dovuta) di conoscere a quale epoca della storia locale risalga, in modo da studiarlo. Così come è avvenuto per gli esempi riportati, grotte e/o ipogei.
Foggia, come Bari, ma forse di più, è piena di grotte, cunicoli, ipogei e camminamenti sotterranei, ma alle istituzioni locali non interessa: meglio chiudere e costruirci sopra, la legge del mattone, del cementificare tutto, dell’espansione urbana tout court.
«Domani è un altro giorno», proferì in “Via col vento” Rossella O'Hara, ostinata a rincorrere il suo sogno convinta che ci sia sempre tempo per porre rimedio e ritornare sui suoi passi. Quella cieca assolutezza in cui da tempo vive Foggia e il suo mondo imprenditoriale e istituzionale, un mondo diverso da quello di Bari.
“Intelligenti pauca” e l’ignoranza e noncuranza prolifica.
Ad Maiora!
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