Francia, Strasburgo. Non abusate della parola intelligence perché di intelligente non avete nulla
Attorno alle 20 dell’11 Dicembre 2018 a Strasburgo, nell’est della Francia, Cherif Chekatt apriva il fuoco ammazzando quattro persone.
Due sono stati i giorni di caccia serrata all’omicida, con circa 700 gli uomini di “polizia” impiegati alla caccia all’uomo, e quanti dell’intelligence non è dato sapere. Ma è significativo e inaccetabile l’avvistamento di Cherif Chekatt nei pressi della propria abitazione.
Tre sono stati i poliziotti di una pattuglia ad averlo individuato e “netraulizzato”, termine che in gergo tecnico si usa per decretare la fine di una caccia all’uomo.
Un buon servizio segreto di intelligence, non neutralizza mai un’attentatore, a meno che non si trovi in condizioni di doverlo fare a salvaguardia di altre persone. Ma l’attentatore Chekatt era stanco dalla fuga e per giunta ferito, quindi perché ammazzarlo? La CIA, l’Mi6 o il Mossad lo avrebbe fatto prigioniero, o meglio, ne avrebbe simulato la morte per far credere ai suoi amici radicalizzati che Chekatt non era più di questo mondo, permettendo all’agenzia di Intelligence di torchiarlo a dovere per conoscerne i segreti di una eventuale cellula radicalizzata nel territorio.
Se ciò è avvenuto, allora, e solo allora, posso chiamarvi a voi agenzia francese, intelligence, ma se ciò non è accaduto, beh...! cambiate mestiere perché sareste un guaio per le altre agenzie che con voi collaborano a livello planetario.
La vecchia scuola gli attentatori non li ammazzava…ma li “reclutava”
Ma ciò che è più sconcertante, è com’è possibile che le forze di intelligence francesi non si siano accorte di tutti questi contatti virtuali prima di un’attentato, perché prima di ogni attentato occorre una pianificazione di esso?
Il web è un terreno ancora altamente inesplorato, che chi conosce sa come poter nascondere ciò che vuole. Gli investigatori occidentali e i questo caso i Francesi, non si sono accorti dell’esistenza di una rete virtuale di persone che si coordinavano tra la Francia e la Siria tramite semplici programmi che quasi ognuno di noi ha usato almeno una volta: whatsapp, dropbox o semplici applicazioni sugli smartphone, che per esempio non sono intercettabili. O anche tramite i videogiochi online. E’ così che si coordinano le cellule terroristiche europee con le teste che sono in Siria. Ed è così che vengono organizzati i viaggi degli aspiranti jihadisti che vanno nello Stato islamico a imparare a combattere.
N.O.C. Solo
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