Torremaggiore, un Monteleone visibilmente commosso al suo 1° comizio da non Sindaco [Guarda il VIDEO] - NOC Press

Torremaggiore, un Monteleone visibilmente commosso al suo 1° comizio da non Sindaco [Guarda il VIDEO]

Si commuove Pasquale Monteleone (detto Lino), quando dice ai concittadini del colloquio avuto con la Vice Prefetto dott.ssa Nicolina Miscia, nominata Commissario straordinario del Comune di Torremaggiore a seguito della sfiducia avuta lo scorso venerdì 14 dicembre 2018.
Stiamo parlando del comizio che ieri, domenica 23 dicembre 2018, in pubblica piazza, Monteleone ha svolto per spiegare le sue ragioni sulla sfiducia ottenuta politicamente come sindaco.


«Al Ministero degli Interni, coma a Roma e come a Foggia, sanno chi è Lei» queste sono le parole pronunciate dal Commissario straordinario all’ex Sindaco di Torremaggiore, che Monteleone ha riportato al suo primo comizio dopo la sfiducia.

Sul palco c'era un Monteleone apparso provato e incredulo da quanto avvenuto la scorsa settimana, che lo ha visto essere mandato a casa da 9 consiglieri (7 di minoranza e 2 di maggioranza). 

Monteleone durante il comizio ha spiegato il lavoro svolto durante il mandato, illustrando quello che ancora doveva fare qualora fosse rimasto a Palazzo in qualità di Sindaco. 

Molti, davvero tanti i mea culpa e le scuse rivolte ai cittadini, soffermandosi soprattutto sul fatto di non aver dato la dovuta disponibilità alla cittadinanza. E tra queste scuse, più volte ripetute, si sofferma su un particolare, quello di non aver dato ascolto a chi durante le normali azioni compiute più da cittadino privato che da sindaco. L'esempio che Monteleone ha citato è stato quando la mattina accompagnava i suoi figli a scuola e la gente lo fermava per richieste, lamentele, semplici rimostranze che si fanno al sindaco, in particolare quelle delle mamme degli scolari. E lui, non dava ascolto. Ora, è pur vero che ognuno di noi ha la propria vita privata, ma essere sindaco significa essere un cittadino pubblico, dove ogni azione, ogni passo, ogni parola detta, "ob torto collo", diventa pubblica. Monteleone queste cose le sapeva e doveva metterle in cantiere. Le scuse "a babbo morto" lasciano il tempo che trovano, seppur ci sia pentimento. La politica non è la religione. E in politica, particolarmente quella dove si ricoprono cariche e funzioni importanti, il tempo è tiranno e non ha spazi per commoventi retrovisioni e pentimenti. Si spera, tuttavia, che non siano scuse di circostanza, come le lacrime da coccodrillo, tali da commuovere chi non sa e per fortificare nuove avventure.

Il comizio è proseguito con parole di elogio per un suo uomo, Giovanni Papalillo, nominato dallo stesso Monteleone a Diregente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Torremaggiore. Motiva la sua scelta dicendo: «L’ho fatto perché volevo mettere ordine nell’Ufficio Tecnico, perché volevo rilanciarlo con le persone che certamente lo potevano coadiuvare, serie e credibili, e chiudere con certe distorsioni. Lo possiamo dire? È un reato? Un peccato? Le conoscete tutti le distorsioni di questa città. E far finta di non conoscerle significa far finta di mettere la testa sotto la sabbia».

Di seguito si riportano fedelmente alcuni punti del Comizio tenuto da Pasquale Monteleone (detto Lino), ex sinadco di Torremaggiore defenestrato, sfiduciato, mandato a casa prima che potesse mangiare il panettone, dalla maggiornaza del Consiglio comunale.



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