Assalto al Portavalori #3. Il Santo Graal degli assaltatori e le assicurazioni. Le fonti dei N.O.C. [VIDEO] - NOC Press

Assalto al Portavalori #3. Il Santo Graal degli assaltatori e le assicurazioni. Le fonti dei N.O.C. [VIDEO]


Assalti perfetti, istituti di vigilanza presi in gola, stipule assicurative onerose, soldi “lavati” e menti fine.
Nei precedenti articoli avevamo tracciato il profilo degli assaltatori. Menti fine, dove i migliori in Europa sono di scuola cerignolana e andriese. Avevamo parlato di tecniche, tempi, raffinati strumenti elettronici, allenamenti come prove sul campo per il colpo grosso, artefatti marchingegni per ascoltare. A quanto pare abbiamo fatto centro. Lo sapevamo perché le fonti N.O.C. non sbagliano mai e sono talmente precise che spesso sono invidia di chi dovrebbe apprezzarle per collaborazioni istituzionali e investigative.
Oltretutto, ciò detto sembra all’attenzione di chi non vuole che determiniate cose siano proferite innanzi a milioni di persone. Si continuerà a scrivere sull’argomento per aiutare chi spilla da noi informazioni ma non lo vuol dire. 

L’ultima parte del precedente articolo terminava descrivendo le peculiarità dei commando. “I commando che operano sulle strade della Capitanata del sud sono due, uno pugliese-campano-albanese, esperto, collaudato, chirurgico e ben addestrato, paramilitare, l’altro calabrese, di origine ‘ndranghetista, ma irruento, sanguinario e spietato, dissoltosi prima di cominciare. Uno è figlio dell’altro, ma che del padre non ha nulla se non le modalità di esecuzione, dove la ‘ndrangheta punta a volere i suoi discepoli assaltatori di professione come i pugliesi non mafiosi. Se questi sono i risultati, sulla piazza i pugliesi restano i migliori e le mafie, per assicurarsi i loro servigi, sono disposti a pagare profumatamente per fornire loro mezzi, strumenti, logistica. Un dazio poi rimodulato con la tangente che gli assaltatori devono versare a loro. Insomma, un “do ut des” promiscuo, sulla pelle degli altri, criminale. D’altronde come ad Hollywood, le Star sono ricercate e super pagate, ma versano sempre il dovuto a chi li ha lanciati”. 

Appunto, un “do ut des” promiscuo, dove per entrambe le parti criminali c’è un guadagno sulla pelle degli altri. Guadagni, in altre parole prelievi “fai da te” ma un “tantino” più elaborati, dove chi li eroga non sono macchinette ma blindati, dei veri e propri bancomat dove la criminalità ha a disposizione soldi contanti. È anche vero che il denaro spesso è segnato, chi con inchiostri speciali, chi dal numero di serie. E qui, la criminalità grazie al “do ut des” con i clan e batterie mafiose locali “lava “ quel denaro. 

Teniamo sempre presente, che a prescindere dalla loro “mission”, la criminalità a certi livelli è composta da professionisti, ognuno nel proprio settore, che studia mesi e mesi prima e fino in fondo, ogni azione e reazione, sia delle Forze di Polizia, sia dei loro “soci” che gli consentono di fare il colpo: la mafia in generale. Infatti, gli assaltatori sanno bene che assaltare un portavalori senza l’avallo e il supporto delle consorterie criminali locali produrrebbe l’effetto contrario, poiché non avrebbero garanzie di occhi come vedette e sarebbero alla mercé di tutti. Inoltre, dato più importante, gli assaltatori diverrebbero la preda anche delle consorterie mafiose, con una caccia all’uomo come cento cani per una volpe.


Quindi perché non lavorare per loro? Perché non istruirli sotto compenso? Perché non assaltare per loro conto? 

Nel tempo si è potuto stabilire, dopo averle stanate perché alla fine le Forze di Polizie li acciuffano, che ci sono state bande di assaltatori che erano divenute l’agenzia a comando dei clan locali per ottenere soldi, quella dovuta percentuale che è anche il salvacondotto oltre che un contatto per un sodalizio. Negli ultimi anni questo modus operandi pare essere stato stravolto. Non si conoscono bene i motivi, che son tutti legati alle nuove dinamiche delle consorterie criminali, indotte forse da nuovi boss che non badano più ai loro valori ma solo ai profitti. Ultimamente i sodalizi tra commando e clan son diventati contratti a termine, dove gli assaltatori riconoscono una tangente per aver lavorato sul loro territorio. Il quantum è in base al bottino del colpo andato a buon fine; qualora il colpo dovesse fallire, la caparra data è da considerarsi persa. Una di queste “agenzie”, pseudo tali, con i N.O.C. sono state battezzate F.P.S (Four Pointed Stars - Stelle a Quattro Punte) è di origine pugliese, e sono senza dubbio i migliori a livello Europeo. 

Piccola riflessione: un dato importante da tener presente è che il problema degli assalti ai furgoni portavalori ha risalto solo quando accadono; a priori nessuno s’interessa delle problematiche cui riversano gli istituti preposti per il trasporto di preziosi e denaro. Tenetelo ben in mente

Un portavalori, blindato per lo più, è armato e soggetto a rapine che rasentano scenari da guerra, è assicurato, sia per circolare ma soprattutto per salvaguardare verso terzi il contenuto trasportato. Partiamo col dire che non tutti conoscono le spese, in termini di sforzi economici, che le aziende di sicurezza e trasporto valori devono sopportare per difendersi. Una difesa intesa come apparecchiature tecnologiche sofisticate e come formazione del personale, anche se spesso assistiamo a scene da clown come è accaduto cronologicamente nell’ultimo assalto avvenuto il 05 gennaio 2019 al portavalori supermercato Eurospin Cologno Monzese Milano.

Ecco il video dell'assalto pocanzi detto, rieditato per evidenziare alcuni particolari.


Costi altissimi che gravano sugli istituti di sicurezza e che assicurativamente per ogni attacco aumentano. Assicurazioni, proprio quelle di diverse compagnie internazionali che assicurano ciò che è custodito all’interno del portavalori. Quote che, colpo dopo colpo riuscito, aumentano e deteriorano il rapporto fiduciario tra azienda e compagnia assicurativa. Un tam-tam che gira tra le assicurazioni, che alzano la polizza a dismisura (ovviamente fanno i loro interessi) e che inesorabilmente gravano sulla ditta dei portavalori, spesso costrette a ridurre strumenti di sicurezza, servizi e personale. 

Erroneamente, spezzando una lancia in loro favore, si pensa che gli istituti assicurativi delle ditte dei portavalori facciano comunella con gli assaltatori. Non è così! È un madornale errore, perché al volante dei furgoni non ci vanno i titolari di licenza o quelli assicurativi, ma le Guardie Particolari Giurate, mandate come agnelli sacrificali e senza le dovute coperture governative che necessitano per affrontare tal problematica sia in termini di reazione, sia in quelli di sicurezza, sia in termini di assistenza legale qualora uno di questi preposti dovesse malauguratamente accopparne uno. E con le leggi che ci ritroviamo in Italia dovrebbe pure difendersi da solo, accollandosi spese legali e periziali, che privatamente sono costosissime. In pratica le Guardie Particolari Giurate non hanno licenza di uccidere e questo di per sé è molto grave. Un dato, quest’ultimo, importante per la controparte, quegli assaltatori perché se ne guarderebbero bene nell’istaurare un conflitto a fuoco, sapendo che i vigilanti sparerebbero senza problemi di conseguenze. 

Assalti e stipule assicurative dei portavalori (nel gergo degli assaltatori "balena), due particolari che vanno ben descritti per sfatare chiacchiericci, spesso non popolari. 

Se si osserva bene il filmato dell’assalto al portavalori della Mondialpol avvenuto il 05 gennaio 2019, a Cologno Monzese (MI), presso l’Eurospin, (video sul canale youtube "Guardie Giurate Italia" che è da loro in corso di verifica) l’assalto è durato un minuto. La Guardia Particolare Giurata con il denaro in mano alla vista degli assaltatori ha mollato subito la sacca, per poi fuggire. Istintivamente chi ha in custodia i valori dovrebbe portarli con se, dando per scontato che sia una persona preposta e soprattutto addestrata a difendere. Inoltre, quella persona era a due passi dalla porta del portavalori: perché non rifugiarsi al suo interno poiché il mezzo è blindato? Altro particolare è quando tre degli assaltatori sfilano la pistola alla Guardia Particolare Giurata ferma in terra. Ci impiegano più del dovuto: inesperti? E ancora, analizzando il video emerge che sono due gli assaltatori che probabilmente calzano lo stesso tipo di scarpe ed hanno, così sembra dalle immagini, la stessa postura del tronco e dei piedi mentre corrono. Un dato, però, è certo, gli autori di questo assalto non sono loro, i F.P.S (Four Pointed Stars) è per modalità, è per bottino.

Ritornando ai particolari predetti, si apre uno scenario che sembrerebbe scontato e invece diverge da ciò che si crede. Prendiamo in esempio gli assalti effettuati in Puglia dove il commando (presumibilmente i F.P.S) assale un portavalori, e poi un altro, e poi un altro ancora, concentrando l'azione di assalto su determinati Istituti di sicurezza, tutti aventi probabilmente rapporti di collaborazione commerciali con la stessa compagnia assicurativa. Vien da pensare che vi sia connivenza tra la banda criminale e la compagnia di assicurazioni per accaparrarsi i primi il bottino, dove per la seconda si prefigurerebbero premi più lauti. Scusate, ma siete fuori strada. La connivenza indotta, semmai, è tra gli assaltatori e l’azienda di trasporto valori, perché dopo vari assalti, come detto, il premio assicurativo si innalza e l’azienda portavalori fa difficoltà a reperire un’altra assicurazione a costi meno onerosi. Per non fallire l’azienda portavalori, ob torto collo, si “piega” al tacito e implicito volere della criminalità rilasciando, alla stessa, informazioni preziose su carico, itinerario e strumentazioni adottate a garantire il prezioso carico e quanto necessita per un colpo perfetto. Alla fine della giostra ci guadagnano anche loro, e tanto. Ma a rimetterci sono loro le Guardie Particolari Giurate che ignari si immolano come agnelli sacrificali e spesso (sbagliando) vengono additati come basisti.

Ma la colpa di tutto questo vortice di menti criminose di chi è? 

Ovviamente a chi si piega, seppur indotto; contrariamente deve dichiarare il fallimento, con tutti gli annessi e connessi. Indotto, perché il vero disegno perverso di ciò che in questi casi accade ha una mano ben ferma e una mente ben precisa, ferma perché implicitamente (forse non troppo…) non attua tutte le misure di prevenzione, e poi sicurezza e detenzione, che in questi casi dovrebbero garantire. Senza mezzi termini, i N.O.C. puntano il dito contro lo Stato, incapace di contrastare e prevenire alla fonte il fenomeno, capace solo di fare parate in pompa magna per arresti post assalti, capaci di zittire anche giornalisti che vorrebbero far emergere tal disegno criminogeno, censurandoli con la scusa che solo esso può proferire su tal problema. 

Uno Stato che acciuffa gli assaltatori condannandoli, se tutto va per il verso giusto e con ottimi avvocati pagati con gli stessi soldi rubati, con detenzioni carcerarie lievi, sapendo che una volta usciti dalle Patrie Galere gli assaltatori si godranno il bottino maltolto, dopo averlo “lavato”, o riciclato, qualsivoglia dire, da un’altra grande mente criminale, il commercialista, non a caso chiamato negli ambiti criminali “ragionieri”. 

Continuate a seguire l’inchiesta perché di cose da dire in merito ve ne sono ancora tante altre. 

To be continued… 

FOCUS: 



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