Franco Gabrielli a Foggia. «Lo Stato c'è e non solo per le passerelle» afferma il capo della Polizia di Stato
Visita attesa quella di oggi, 18 gennaio 2019, a Foggia del Capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli. Dapprima presso la Questura, poi in Prefettura, Gabrielli ha tracciato le linee guida per una migliore sicurezza in terra di Capitanata. Ha incontrato le sue donne e i suoi uomini in divisa, quei poliziotti quotidianamente impegnati per garantire sicurezza e legalità in un’area geografica italiana ormai pervasa dal crimine, tra quelli più efferati, dove la mafia, la ribattezzata “quarta mafia”, ha steso i suoi tentacoli dappertutto. Franco Gabrielli testimone del lavoro della Polizia di Stato, e di chi con essa combatte il crimine, chi investiga, chi anche sotto copertura svolge delicatissime indagini per debellare il cancro mafioso radicalizzato e criminalità organizzata che sfrutta persone e cose, che assalta, che opprime, che estorce. Ma Gabrielli è anche presenza di invito alla popolazione a collaborare, di venir fuori da quel guscio ovattato dove l’omertà prolifica e con essa il crimine.
«Questo è un territorio troppo difficile, dove per lungo tempo si è sottovalutato la pervasività e l'incisività negativa delle organizzazioni criminali –ha dichiarato Franco Gabrielli a margine dell’incontro in Prefettura-. Dal mio punto di vista c'è stata anche una sottovalutazione nelle strutture che si è immaginata dovessero essere al pari della provincia media italiana, senza comprendere che questo territorio aveva alcuni acuti che non avevano nulla da invidiare ad altri territori più blasonati purtroppo in negativo come Reggio Calabria, Bari, Napoli. Quindi, bisogna avere i piedi ben saldi al terreno. Io oggi son qui non solo per riaffermare la vicinanza anche per dire, come ho fatto in Questura con i colleghi dei gruppi investigativi, alla presenza del Prefetto, del Procuratore del Tribunale di Foggia, tutta la mia soddisfazione, tutto il mio compiacimento e tutto il mio ringraziamento per gli sforzi profusi che hanno portato a dei risultati significativi».
Nei passaggi della conferenza, tenutasi in Prefettura, Gabrielli ha confermata tutta la sua piena fiducia nel Prefetto Massimo Mariani: «In tutte le mie interlocuzioni c'è stato unanime riconoscimento al ruolo del Prefetto che la Legge 121 del 1981, che regola il sistema sicurezza in Italia, che vede in capo al Prefetto il potere e il dovere di coordinamento delle attività di contrasto e di prevenzione». Importante dichiarazione che testimonia come lo Stato sia vicino e ancor maggior attento alle problematiche causate dall’attività criminale.
Un occhio particolare Gabrielli l’ha rivolto verso le attività di controllo della gestione pubblica dei comuni, ponendo in evidenza le ultime vicende dell'accesso agli atti nei comuni di Manfredonia e Cerignola per presunte infiltrazioni mafiose: «Anche le attività che riguardano due Consigli comunali, che da democratico vivo sempre con grande tristezza e grande amarezza, rappresentano la massima espressione della democrazia, quindi rappresentano i cittadini, sono oggetto di verifiche di questo genere; sono una sconfitta per tutti. Però anche qui dobbiamo essere molto realistici e molto corretti. D’altronde, se si evidenzia la malattia lo Stato riesce a mettere gli anticorpi che intercettano la malattia in modo da non nuocere ulteriormente. Lo Stato c'è e non solo per le passerelle. Ci sono tante persone che lavorano senza le luci della ribalta».
Durante la sua visita il Capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, ha fotografato la realtà odierna, tenendo conto sempre di ciò che è avvenuto. Capitanata terra di ghetti e caporali, terra di mafia, terra di comuni disciolti e attenzionati per infiltrazioni mafiose, terra con un ingente dispiego di mezzi, strumenti e personale adibito alla sicurezza, alla lotta contro la criminalità e la mafia, contro ogni abuso e sopruso. Tuttavia le varie istituzioni di Polizia Giudiziaria hanno bisogno di personale e le ultime previsioni che vedrebbero nei prossimi 10 anni la dismissione di circa 40mila agenti di P.G. è un problema che va affrontato fin da subito. «Bisogna creare percorsi di ricollocazione che vedano strutture il più diffuse possibile. Ognuno di noi è chiamato a lavorare con gli strumenti di cui si dispone. Foggia è nella parte alta del tabellone –ha dichiarato fermamente Gabrielli-, perché questo territorio ha bisogno di maggiori risorse, e lo Stato deve esserci. Non solo a parole».
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