Papa in Iraq, incontra Al-Sistani il leader sciita - NOC Press

Papa in Iraq, incontra Al-Sistani il leader sciita



Foto: Papa in Iraq, incontra Al-Sistani


Nel viaggio intrapreso ieri 5 marzo da Papa Francesco in terra irachena, uno degli appuntamenti principali, era senza dubbio l’incontro con la massima autorità religiosa degli sciiti dell'Iraq, il Grande Ayatollah Al-Sistani.

Questa visita privata è stata da più parti definita “una visita senza precedenti”, non solo per il momento che sta vivendo l’Iraq che da poco è uscito da una guerra contro l’ISIS, ma anche perché questa visita il Vaticano la stava preparando da anni e oggi finalmente si è realizzata.

Papa Francesco al Suo arrivo all’Aeroporto di Najaf, alle ore 8.20 locali (6.20 ora di Roma), è stato accolto in forma privata dal Governatore di Najaf. Quindi si è recato in auto alla Residenza del Grand Ayatollah Sayyd Ali Al-Husayni Al-Sistani, Leader della Comunità sciita irachena, per la Visita di Cortesia.

Al.Sistani che ha 90 anni non è soltanto un religioso ma anche un leader riconosciuto la cui voce è ascoltata da moltissimi iracheni.

Papa Francesco è stato accolto all’ingresso della Residenza del Grand Ayatollah dal figlio Mohammed Rida che lo ha accompagnato nella sala dove ha avuto luogo il colloquio privato con il Grand Ayatollah Al-Sistani.

Durante la visita di cortesia, durata circa quarantacinque minuti, il Santo Padre ha sottolineato l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose perché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità.

L’incontro è stato l’occasione per il Papa di ringraziare il Grande Ayatollah Al-Sistani perché, assieme alla comunità sciita, di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l’importanza dell’unità del popolo iracheno.

Nel congedarsi dal Grande Ayatollah, il Santo Padre ha ribadito la sua preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità per l’amata terra irachena, per il Medio Oriente e per il mondo intero.

Al termine dell’incontro privato, dopo aver posato per la foto ufficiale, il Santo Padre si è trasferito in auto all’Aeroporto di Najaf da dove, alle ore 10.30 locali (8.30 ora di Roma), è partito per Nassiriya.

Alle ore 11.20 locali (9.20 ora di Roma), ha avuto luogo ad Ur l’Incontro Interreligioso.

Quindi il Santo Padre Francesco ha pronunciato il Suo discorso. 
A seguire alcuni passaggi: “Guardiamo il cielo. Contemplando dopo millenni lo stesso cielo, appaiono le medesime stelle. Esse illuminano le notti più scure perché brillano insieme. Il cielo ci dona così un messaggio di unità: l’Altissimo sopra di noi ci invita a non separarci mai dal fratello che sta accanto a noi

Da questo luogo sorgivo di fede, dalla terra del nostro padre Abramo, affermiamo che Dio è misericordioso e che l’offesa più blasfema è profanare il suo nome odiando il fratello. Ostilità, estremismo e violenza non nascono da un animo religioso: sono tradimenti della religione. E noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione. Anzi, sta a noi dissolvere con chiarezza i fraintendimenti. Non permettiamo che la luce del Cielo sia coperta dalle nuvole dell’odio!

La via che il Cielo indica al nostro cammino è un’altra, è la via della pace. Essa chiede, soprattutto nella tempesta, di remare insieme dalla stessa parte. È indegno che, mentre siamo tutti provati dalla crisi pandemica, e specialmente qui dove i conflitti hanno causato tanta miseria, qualcuno pensi avidamente ai propri affari. Non ci sarà pace senza condivisione e accoglienza, senza una giustizia che assicuri equità e promozione per tutti, a cominciare dai più deboli. Non ci sarà pace senza popoli che tendono la mano ad altri popoli. Non ci sarà pace finché gli altri saranno un loro e non un noi. “

Noi, fratelli e sorelle di diverse religioni, ci siamo trovati qui, a casa, e da qui, insieme, vogliamo impegnarci perché si realizzi il sogno di Dio: che la famiglia umana diventi ospitale e accogliente verso tutti i suoi figli; che, guardando il medesimo cielo, cammini in pace sulla stessa terra”.

Per alcuni osservatori, con l’incontro di sabato non solo Papa Francesco ha riconosciuto implicitamente al Sistani come proprio interlocutore privilegiato nell’Islam sciita, ma al Sistani ha dimostrato anche di preferire un incontro con il capo della chiesa cattolica a uno con un leader politico di un paese formalmente alleato e amico dell’Iraq.


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