Fatturazione a 28 giorni, TIM condannata a rimborsare gli utenti (che devono farne richiesta)
Il tribunale di Milano dà ragione ad un’azione promossa dal Movimento Consumatori inibendo a TIM l'adozione e l'uso nei contratti di telefonia fissa (o di altri servizi offerti in abbinamento alla telefonia fissa) di clausole che prevedono rinnovi e pagamenti su base temporale di 28 giorni/8 settimane, confermando così il provvedimento cautelare pronunciato nel giugno 2018.
TIM dovrà perciò informare i consumatori interessati del loro diritto al rimborso (pubblicando un avviso sia sul proprio sito sia su alcuni quotidiani nazionali, inserendo un'informativa dettagliata in fattura ed inviando una lettera ai propri ex clienti); ma soprattutto dovrà accogliere, entro 30 giorni dalla ricezione delle richieste, le domande di restituzione dei corrispettivi di telefonia fissa versati dai consumatori in applicazione delle clausole o pattuizioni contrattuali illegittime.
La TIM infatti, sarà costretta ad un rimborso importante per chi era cliente tra il 2017 ed il 2018 per aver pagato la bolletta col vecchio sistema di fatturazione.
Il rimborso deve però essere richiesto. È quanto stabilito dal Tribunale di Milano, ma le modalità della pratica non sono ancora state rese note.
"Questa sentenza", spiegano Paolo Fiorio e Corrado Pinna, legali di Movimento Consumatori, "riconosce ancora una volta l'illegittimità e la scorrettezza della fatturazione basata sul mese lunare anziché su quello solare, con due novità : i giudici, accogliendo la tesi del Movimento dei Consumatori, hanno stabilito che l'adozione e l'uso di tale periodicità ha leso e lede i diritti e gli interessi collettivi dei consumatori, non solo con riferimento ai contratti sottoscritti tra il giugno 2017 e l’aprile 2018 (quando l'Agcom con la delibera n. 121/17/CONS ha vietato l'adozione della cadenza quadrisettimanale), ma addirittura in relazione agli abbonamenti stipulati con la compagnia dal 1° aprile 2017 (ossia dal momento in cui TIM ha abbandonato la cadenza mensile solare, per quella a 28 giorni); la seconda novità della sentenza è che l'obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite dalla compagnia dovrà riguardare anche i consumatori che, pur avendo attivato un contratto di telefonia fissa all'interno del periodo 1° aprile 2017 - 5 aprile 2018, hanno poi deciso di recedere dall’abbonamento".
"Abbiamo avuto l'ennesima conferma", afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale Movimento Consumatori, "che la strada intrapresa, in sinergia con l'AGCOM per opporsi a una pratica commerciale scorretta, ingannevole e idonea a falsare il comportamento economico dei consumatori, è quella giusta. Seguiremo con attenzione l'operato di TIM in modo che adempia a tutti gli obblighi informativi prescritti e attivi una procedura per accogliere le richieste di rimborso da parte dei consumatori". La sentenza è pubblicata sul sito movimentoconsumatori.it.
Per i rimborsi quindi sebbene da parte dell’operatore telefonico non siano ancora arrivate istruzioni a riguardo, secondo quanto riportato da MondoMobileWeb, TIM dovrebbe inserire una nota nella prossima fattura con tutte le indicazioni sulla richiesta di rimborso. L’avviso per gli ex clienti invece arriverà via posta attraverso un’apposita lettera.
La comunicazione delle procedure infine sarà pubblicata anche sui principali giornali nazionali in modo tale da garantire una copertura informativa più paritaria e omogenea possibile.
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