Il ministro Tajani vola in Medio Oriente per tentare una “missione di Pace”. Face to face con Netanyahu e Mustafa
Per Tajani sarà una corsa contro il tempo, quello che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sta accelerando per invadere le sue aree limitrofe nell’intento di porre fine agli attacchi di Hamas, Hezbollah e fiancheggiatori vari.
Difatti, il ministro italiano degli Esteri, Antonio Tajani, ha programmato a breve una “missione di Pace” nelle aree del conflitto. Forte dall’attuale posizione europea, per la presidenza di turno del G7, ha incontrato quest’oggi a Tel Aviv i leader israeliani e palestinesi.
«Lavoreremo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Insisteremo, con le rispettive autorità sulla necessità di dare vita a due Stati che si riconoscano a vicenda», ha posto in evidenza Tajani, proseguendo ma solo prima di raggiungere a Gerusalemme il suo omologo Israel Katz: «Prepareremo anche la conferenza internazionale di domani che inaugurerà il G7 a Pescara».
Intanto si attende il confronto faccia a faccia, a tre, con i premier dei rispettivi paese in guerra, Antonio Tajiani, Benjamin Netanyahu e Mohammad Mustafa, un incontro per sfatare ulteriori spargimenti di sangue in Medio Oriente, viste anche le pressioni di Iran, Yemen, CisGiordania.
L’occasione sarà propizia per Tajani anche per chiedere di facilitare l’accesso di un maggior numero di beni alimentari e sanitari destinati alla popolazione e l’impegno di Palazzo Chigi ad ottenere il rilascio dei prigioni di Hamas all’interno della Striscia di Gaza, oggi ridotta a macerie. È quanto comunica la Farnesina in una nota diramata alla stampa.
Tuttavia il timore è quello di un diniego da entrambe per l’inasprimento maggiore dei conflitti dopo l’uccisione del capo politico leader di Hamas Yahya Sinwar. Preoccupazione avvalorata anche dalle recenti dichiarazioni di Netanyahu che potrebbe proseguire sulla linea del “via libera all’azione militare”, come avvenuto per lo Yemen, con attacchi a sorpresa e senza un preciso target sugli ordigni utilizzati.
Difatti, il ministro italiano degli Esteri, Antonio Tajani, ha programmato a breve una “missione di Pace” nelle aree del conflitto. Forte dall’attuale posizione europea, per la presidenza di turno del G7, ha incontrato quest’oggi a Tel Aviv i leader israeliani e palestinesi.
«Lavoreremo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Insisteremo, con le rispettive autorità sulla necessità di dare vita a due Stati che si riconoscano a vicenda», ha posto in evidenza Tajani, proseguendo ma solo prima di raggiungere a Gerusalemme il suo omologo Israel Katz: «Prepareremo anche la conferenza internazionale di domani che inaugurerà il G7 a Pescara».
Intanto si attende il confronto faccia a faccia, a tre, con i premier dei rispettivi paese in guerra, Antonio Tajiani, Benjamin Netanyahu e Mohammad Mustafa, un incontro per sfatare ulteriori spargimenti di sangue in Medio Oriente, viste anche le pressioni di Iran, Yemen, CisGiordania.
L’occasione sarà propizia per Tajani anche per chiedere di facilitare l’accesso di un maggior numero di beni alimentari e sanitari destinati alla popolazione e l’impegno di Palazzo Chigi ad ottenere il rilascio dei prigioni di Hamas all’interno della Striscia di Gaza, oggi ridotta a macerie. È quanto comunica la Farnesina in una nota diramata alla stampa.
Tuttavia il timore è quello di un diniego da entrambe per l’inasprimento maggiore dei conflitti dopo l’uccisione del capo politico leader di Hamas Yahya Sinwar. Preoccupazione avvalorata anche dalle recenti dichiarazioni di Netanyahu che potrebbe proseguire sulla linea del “via libera all’azione militare”, come avvenuto per lo Yemen, con attacchi a sorpresa e senza un preciso target sugli ordigni utilizzati.
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