Consiglio regionale: il dibattitto sull’emergenza idrica in Puglia
Durante la discussione nel consiglio dell'11 marzo, che trattava dell’emergenza idrica in Puglia il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha illustrato il protocollo d'intesa tra Regione, Agenzia per le Attività Irrigue e Forestali e Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia per affrontare l’emergenza idrica. Questo piano prevede misure a breve, medio e lungo termine per garantire la gestione e l’approvvigionamento dell’acqua in agricoltura.
Tra gli misure:
- gestione ottimizzata delle erogazioni idriche, riducendo sprechi.
- riattivazione di pozzi e recupero di acque reflue depurate.
- potenziamento degli invasi per aumentare la capacità di accumulo.
- nuovi investimenti infrastrutturali, ma con un deficit di 1,3 miliardi da colmare con fondi statali.
Diversi consiglieri hanno sollevato diverse criticità territoriali, tra gli interventi:
il consigliere Antonio Scalera ha rappresentato l’emergenza idrica nel territorio tarantino sollecitando azioni concrete che prevedano investimenti di manutenzione e incentivi per l’utilizzo delle acque reflue.
Paolo Campo ha evidenziato la situazione di Foggia, dove 300mila ettari agricoli non ricevono acqua a causa della carenza di infrastrutture. Ha chiesto lo stato di emergenza idrica per la provincia.
Il consigliere Fabio Romito che è intervenuto anche da presidente della Commissione speciale idrica, rilevando che si tratta di una problematica che ormai non può essere più circoscritta ad un solo territorio perché è un’emergenza globale e per parlare di risorsa idrica bisogna necessariamente parlare di infrastrutture, di tecnologie e di investimenti.
Per il consigliere Paolo Pagliaro, si tratta di un problema atavico ma che ormai ha raggiunto livelli drammatici e che è destinato a peggiorare rischiando di mettere in ginocchio l’agricoltura pugliese e soprattutto del Salento, a cui si aggiungano le spese insostenibili per il rinnovo dei pozzi irrigui scaduti, tra sanzioni, oneri istruttori, tasse e canoni per l’utilizzo del demanio idrico, fino alle spese per il rilascio dell’autorizzazione. Pertanto, è urgente autorizzare gli agricoltori per utilizzare l’acqua dei pozzi anche per attività extra agricole ma connesse all’agricoltura come agriturismi o caseifici.
Anche la consigliera Rosa Barone ha evidenziato che il problema non riguarda solo la provincia di Foggia e quindi bisogna valutare la gestione delle risorse idriche che sia improntata alla sostenibilità e che le politiche agricole, industriali e urbanistiche siano orientate a preservare questo bene prezioso anche per il futuro.
Il consigliere Cristian Casili, ha aggiunto al dibattito la questione relativa alla penisola salentina, unica nello scenario di tutto il Mediterraneo, dove su un territorio lungo dai 35 a 50 chilometri c’è una situazione allarmante, perché la fonte di approvvigionamento di acqua è la falda da cui si approvvigiona anche AQP, con l’ingressione marina molto preoccupante.
Mauro Vizzino ha sottolineato il problema della mancata manutenzione degli impianti irrigui e ha chiesto maggiori fondi per ammodernare le reti di distribuzione.
La consigliera Grazia Di Bari, ha elencato le richieste che provengono direttamente dagli agricoltori alle quali bisogna dare delle risposte. In regime di emergenza ci si chiede perché non emungere acqua dalle pompe dei fiumi indirizzate proprio negli invasi, e nel lungo periodo chiedono una programmazione quinquennale della risorsa idrica con il progetto di creare ulteriori invasi per contenere più acqua possibile che arriva dalle precipitazioni, rifacimento delle condotte per ridurre gli sprechi e l’utilizzo delle acque reflue.
Massimiliano Stellato ha parlato della crisi idrica nel Tarantino, chiedendo incentivi per l’uso delle acque reflue trattate.
Il consigliere Napoleone Cera, ha detto basta improvvisazione perché serve un piano serio sull’emergenza idrica per il turismo e per le imprese agricole, da attuare subito, dalle misure straordinarie per garantire la continuità e se non si interviene subito si rischia il collasso. Non si può pretendere di far pagare le bollette senza dare in cambio dei servizi.
Il vicepresidente Giannicola De Leonardis, ha sottolineato che le responsabilità sono tutte politiche per non aver fatto nulla nell’ultimo ventennio di governo regionale di centro sinistra, in termini di programmazione per risolvere o affrontare il tema dell’acqua, ed insieme ad altri consiglieri, ha richiesto la sospensione del tributo 630, ritenendolo ingiusto visto il mancato servizio ai consorziati.
L’intervento del consigliere regionale Antonio Tutolo, ha rappresentato la situazione che riguarda in particolar modo la provincia di Foggia dive 300 mila ettari di terreno agricolo non sono raggiunti da acqua perché privi di infrastrutture adeguate. Da qui l’appello al Governo affinchè vengano finanziate le opere relative alla condotta del Liscione, Palazzo d’Ascoli e la diga del Piano dei Limiti, fondamentali per lo sviluppo della Capitanata.
Donato Pentassuglia (Assessore Agricoltura) ha spiegato che la Regione sta lavorando su due direttive: l’emergenza attuale e gli investimenti strutturali, ma serve il supporto del Governo nazionale.
Dopo l’intervento dell’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia, l’Aula valuterà l’opportunità di votare la mozione presentata dai consiglieri Tutolo e Barone, con cui si chiede alla Giunta regionale di dichiarare lo stato di emergenza per la crisi idrica nella provincia di Foggia e attivare tutte le risorse necessarie per affrontare l’emergenza a livello infrastrutturale e operativo, ed inoltre di intercedere con il Governo nazionale affinchè si provveda ad investire nella realizzazione e nel potenziamento delle infrastrutture idriche già presenti sul territorio e si finanzino i progetti relativi al Piano dei Limiti a valle della diga di Occhito, all'invaso di Palazzo d'Ascoli e all'implementazione di piccoli invasi sui pendii dell'Appennino Dauno.
Il Consiglio ha infine discusso la mozione per lo stato di emergenza idrica a Foggia e l’urgenza di un intervento del Governo nazionale per finanziare le infrastrutture idriche necessarie.
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