Trump e il vice J.D. Vance che pagliacciata contro Zelensky: L'Europa deve smarcarsi dagli Stati Uniti prima che sia troppo tardi - NOC Press

Trump e il vice J.D. Vance che pagliacciata contro Zelensky: L'Europa deve smarcarsi dagli Stati Uniti prima che sia troppo tardi




L’ultima visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca si è trasformata in una scena di umiliazione pubblica orchestrata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e dal suo vicepresidente, J.D. Vance. Un incontro che avrebbe dovuto rafforzare il sostegno americano a Kiev si è rivelato un attacco frontale, carico di arroganza e superiorità, contro un alleato che lotta per la propria sopravvivenza.

La retorica di Trump, nota per la sua aggressività, ha toccato un nuovo livello di spregiudicatezza. Durante la conferenza stampa, il presidente americano ha liquidato Zelensky con un commento sprezzante, accusandolo di “giocare con la Terza Guerra Mondiale” e insinuando che l'Ucraina non stia facendo abbastanza per meritare il sostegno internazionale. Come se la tragedia in corso sul suolo ucraino fosse una partita di scacchi da condurre secondo i capricci della politica americana.

Non è bastato l’attacco politico: anche l’abbigliamento di Zelensky è diventato oggetto di scherno. Un giornalista, probabilmente alimentato dal clima ostile della stanza, ha sollevato il tema del suo abbigliamento informale, suggerendo che il leader ucraino non fosse all’altezza dell’occasione. Un tentativo meschino di sminuire un uomo che da oltre due anni veste l’uniforme della resistenza, mentre il suo popolo subisce bombardamenti e massacri. Zelensky, con la dignità di chi ha ben altro a cui pensare, ha risposto con ironia: “Quando la guerra finirà, mi vestirò come volete voi.”

Il punto centrale di questa vergognosa esibizione non è solo la mancanza di rispetto per un leader in difficoltà, ma il chiaro messaggio che Trump e la sua amministrazione stanno lanciando al mondo: gli Stati Uniti non vogliono più sostenere l’Ucraina senza ottenere qualcosa in cambio. Una linea di pensiero che si scontra apertamente con gli interessi dell’Europa, sempre più consapevole che il destino del Vecchio Continente non può essere lasciato nelle mani di Washington.

Le recenti dichiarazioni di Trump sull’Unione Europea, definita come un’istituzione creata per danneggiare gli Stati Uniti, sono l’ennesima conferma di un atteggiamento ostile e strumentale. L'Europa non può più ignorare il fatto che Washington non agisce per il bene comune, ma per il proprio tornaconto, trattando gli alleati come pedine sacrificabili nel proprio gioco di potere.

È il momento di un cambio di rotta. L’Unione Europea deve smettere di dipendere dalle scelte di un’America sempre più imprevedibile e ostile. Deve costruire una propria politica di difesa e rafforzare la propria autonomia strategica, senza più subire i capricci di chi considera i partner internazionali semplici strumenti da usare e poi gettare.

L’umiliazione inflitta a Zelensky non riguarda solo lui, ma tutti coloro che credono ancora in un’alleanza fondata su principi condivisi e non su ricatti. Se l’Europa non vuole finire schiacciata tra le mire imperialiste di Mosca e l’inaffidabilità di Washington, deve svegliarsi. Ora.

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