Puglia, "Doppia preferenza": il Consiglio approva, ma... Il sentiment dei partiti e consiglieri - NOC Press

Puglia, "Doppia preferenza": il Consiglio approva, ma... Il sentiment dei partiti e consiglieri



Recepita la doppia preferenza, ma è una vittoria a metà considerando che se all’interno delle liste presentate per l’elezione al Consiglio regionale, i componenti dello stesso sesso non siano rappresentati per più del 60% del totale, anzichè prevedere l’inammissibilità della lista stessa si prevede solo una sanzione pecuniaria.



Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza con 28 voti favorevoli e 9 voti contrari (Emiliano, Amati, Leo, Mazzarano, Laricchia, Galante, Casili, Barone e Di Bari), la proposta di legge di modifica alla legge elettorale regionale.

Con la modifica introdotta è stato sostituito integralmente l’articolo 7 della legge n. 2 del 2005 “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del presidente della Giunta”, relativo alla scheda elettorale.

Di fatto, con un emendamento proposto dai capigruppo Campo (PD) e Conserva (Lega), è stato sostituito il testo della proposta di legge che era stata approvata dalla VII Commissione, di cui era prima firmataria la consigliera Parchitelli (PD), che recepiva il contenuto relativo alla doppia preferenza di genere, già introdotto con l’intervento sostitutivo statale nel 2020, da cui è conseguito, in caso di due preferenze espresse dall’elettore per candidati del medesimo sesso, l’annullamento della seconda preferenza. Ma prevedeva anche che all’interno delle liste presentate per l’elezione al Consiglio regionale, i componenti dello stesso sesso non fossero rappresentati per più del 60% del totale, pena l’inammissibilità della lista stessa.

In sostanza, con l’unico articolo approvato è stato disciplinato che ciascun elettore può esprimere uno o due voti di preferenza per candidati della lista da lui votata, scrivendone il cognome, oppure il nome e cognome, sulle apposite righe poste a fianco del contrassegno. Qualora dovesse esprimere due preferenze, queste non possono riferirsi a candidati dello stesso sesso, pena l'annullamento della seconda preferenza.

Resta quindi inalterata la norma riguardante la composizione delle liste dei candidati con cui è assicurata la rappresentanza di entrambi i sessi. In ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento e in caso di mancato rispetto di tale disposizione è prevista una sanzione di tipo economico in fase di erogazione, per la prima annualità, dei contributi assegnati ai gruppi consiliari.

Nel corso del dibattito è emerso che i voti contrari sono derivati dal dissenso per aver cassato dal testo giunto all’esame dell’Aula, l’inammissibilità della lista in caso di non rispetto della parità di due sessi nella sua composizione.




Dichiarazione della Presidente del Consiglio regionale

“Finalmente la Regione Puglia colma un deficit di democrazia che la vedeva indietro rispetto ad altre regioni d’Italia. Con questo voto la nostra Regione si adegua alla legge nazionale. È un atto politico importante sancito dall’assise regionale. Indubbiamente un passo avanti, anche se sarebbe stato auspicabile approvare la legge che avevamo presentato che prevedeva l'esclusione della lista in caso di mancato rispetto della proporzione tra i sessi, rispetto all'attuale sanzione pecuniaria. La disposizione impegna a garantire un’equa rappresentanza di genere nell’assise regionale. Oggi su 50 consiglieri solo 8 sono donne. La doppia preferenza si presenta come uno strumento assolutamente indispensabile nella strada che porta alla parità e all’equità nell’accesso alle cariche pubbliche, perché ancora oggi troppo spesso ad appannaggio di un solo sesso. Ringrazio tutte le associazioni e movimenti per il proprio contributo in questa battaglia di civiltà. L’adozione della norma è segno di responsabilità e di rispetto per i cittadini e le cittadine”.

Nota della consigliera regionale e vicesegretaria del PD Puglia, Lucia Parchitelli

“La mia proposta sulla doppia preferenza di genere è finalmente Legge della Puglia. Con il voto dell’Aula, la nostra Regione, con grande senso del dovere, si adegua definitivamente alla normativa nazionale. E’stato un cammino difficile, ma straordinario, che ho condiviso con la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, con tutte le donne consigliere e i colleghi consiglieri, e con il prezioso sostegno della rete delle Donne Costituenti.

La politica pugliese da oggi è più inclusiva e rappresentativa. Abbiamo portato avanti una battaglia di civiltà, anche insieme a tanti cittadini pugliesi, con la quale è stato colmato un enorme deficit di democrazia che garantirà in Consiglio regionale un’equa rappresentanza di genere.
Il rischio che la norma venisse nuovamente affossata è stato altissimo, ma grazie a un importante lavoro di squadra abbiamo raggiunto questo primissimo risultato. Ma non ci fermeremo qui, perché con il mio Partito e con il Gruppo consiliare torneremo a proporre l’esclusione delle liste che prevedono che un genere superi il 60%.
Oggi però dobbiamo festeggiare l’approvazione di una Legge che valorizza l’uguaglianza e le pari opportunità in tutte le Istituzioni, riconoscendo il valore della partecipazione femminile in ogni azione politica”.

Nota del consigliere.Mazzarano: "La Puglia perde l'occasione di avere una legge di avanguardia sulla doppia preferenza"

"La Regione Puglia ha perso la grande occasione di avere una legge di avanguardia e di civiltà: senza l’inammissibilità delle liste che non presentino l’equilibrio di genere, la legge sulla doppia preferenza depotenzia l’obiettivo che essa si prefigge".

Il Consigliere regionale, nonché Presidente della Commissione Ambiente e Trasporti della Regione Michele Mazzarano, ha illustrato così la motivazione alla base del voto espresso nel Consiglio regionale di oggi, a proposito della modifica della legge elettorale sulla doppia preferenza.

"Prevedere sanzioni risibili, come quelle contenute nell’emendamento bipartisan, firmato anche dal Pd, non incentiverà l’impegno dei partiti e delle liste civiche a comporre liste con i generi rappresentati non oltre il 60%. In alternativa alla inammissibilità, si sarebbe potuto prevedere sanzioni più dure, come la decadenza automatica dei nomi eccedenti il 60%, così come previsto in altre regioni. Invece in Puglia si è scelto di abbassare oltremodo l’asticella della responsabilità dei partiti e dei movimenti".

Nota del gruppo consiliare del M5S

“Votare la doppia preferenza di genere senza prevedere l’inammissibilità delle liste che non rispettino le percentuali del 60-40 nella presenza dei due generi, vuol dire vanificare lo spirito stesso della norma solo per appuntarsi una spilletta al petto. Abbiamo sottoscritto e votato la legge passata all’unanimità in VII Commissione perché riteniamo che una semplice sanzione, come previsto fino ad oggi, non serva a niente. In quell’occasione in Commissione ci eravamo accordati per non presentare emendamenti alla norma, salvo cambiare le carte in tavola oggi. Una lista composta ad esempio per l’80% da uomini e per il 20% da donne non garantisce pari opportunità di accesso, rendendo nulla la norma.

Di fatto non cambia niente rispetto al 2020, quando il presidente del Consiglio Conte si era sostituito alla Regione. Dire che ci siamo adeguati a quello che è previsto nelle altre Regioni, ovvero una semplice sanzione pecuniaria, non è una scusa, perchè avremmo potuto essere la Regione capofila per un cambiamento culturale.

A chi dice che il voto contrario è contro le donne rispondiamo che è esattamente il contrario: non accettiamo compromessi al ribasso su un tema cosi importante. Perché noi al contrario di chi è intervenuto in aula chiedendo di sbrigarsi su questo punto perchè c’erano questioni più importanti, riteniamo le pari opportunità tra uomini e donne sia una questione di primaria importanza. A questo punto chiediamo con forza di applicare la sanzione prevista dalla legge regionale del 2005, cosa fino ad ora mai successa. Le donne meritano rispetto”.

Nota dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Renato Perrini, Dino Basile, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Tommaso Scatigna e Tonia Spina.

“Ancora una volta la maggioranza di Emiliano è inesistente oltreché litigiosa. Lo ha dimostrato facendo mancare il numero legale in occasione della discussione sul punto all’ordine del giorno relativo all’utilizzo delle acque superficiali e sotterranee ma, soprattutto, ha dato un come sempre esilarante spettacolo in occasione della votazione dell’emendamento riguardante la legge sulla parità di genere all’interno delle liste da presentare in occasione delle elezioni regionali che prevede una sanzione a carico del partito/gruppo che non dovesse rispettare il parametro 60/40 nelle liste.

Ebbene, oltre al M5S che tanto si è riempito la bocca sulla parità di genere e di doppia preferenza, salvo poi votare contro in Aula, è stato addirittura il presidente Emiliano a votare contro. Eppure sapevamo che l’emendamento in questione era frutto di un accordo bipartisan ed essendo noi stessi per primi favorevoli al rispetto della parità di genere, mai ci saremmo aspettati di assistere all’ennesima faida intestina al centrosinistra - di cui il M5S è stampella – nel corso dei lavori del Consiglio regionale. Come al solito non esistono patti d’onore e strette di mano nella sgangherata maggioranza di Emiliano”.

Nota del consigliere e assessore regionale Fabiano Amati

“In Commissione avevamo approvato un testo chiaro e coraggioso: cancellazione delle liste che non rispettano un principio di equilibrio di genere nella loro composizione. In Aula, invece, è passata una versione annacquata, che non prevede la sanzione dell’inammissibilità delle liste per chi viola il principio d’equilibrio tra generi, ma si limita a riproporre una semplice sanzione e norme già esistenti, come la doppia preferenza di genere, introdotta dal Governo Conte col decreto legge n. 86 del 31 luglio 2020, convertito con la legge n. 98 del 7 agosto 2020, e valevole anche per le prossime elezioni regionali.

Per questo ho votato NO, in dissenso dalla posizione assunta dal mio partito, il Partito Democratico, nonostante la proposta originaria – quella che prevedeva l’inammissibilità delle liste – fosse stata presentata dalla stimata collega del PD Lucia Parchitelli e da me convintamente sostenuta in Commissione.

Mi auguro ora un intervento della segretaria nazionale Elly Schlein, per ripristinare in Aula il testo originariamente proposto. Senza una sanzione chiara, come l’inammissibilità delle liste non conformi, la parità di genere resta uno slogan, buono per i convegni, i sit-in e le mozioni congressuali, ma privo di reale efficacia. E questo non è tollerabile”.

Dichiarazione di Paolo Campo, presidente del gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale

La parità di genere nella composizione delle liste elettorali per il Consiglio regionale e il voto con la doppia preferenza di genere sono parte integrante della legge elettorale della Regione Puglia. E lo sono grazie alla proposta di legge promossa dal Partito Democratico con l’obiettivo di garantire a uomini e donne pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive e alle rappresentanze istituzionali.

La discussione in aula si è articolata a partire dal testo elaborato dalle colleghe Lucia Parchitelli e Loredana Capone, approvato all’unanimità dalla Commissione Riforme istituzionali e modificato in aula, con grande senso di responsabilità da parte nostra, per ottenere un’indispensabile intesa con la minoranza e giungere all’approvazione della proposta.

Oggi registriamo con soddisfazione che, dopo anni di confronto e dibattito, il Consiglio regionale ha adeguato la legge elettorale ad una delle più evidenti e positive innovazioni politiche che il Partito Democratico ha contribuito ad elaborare ed applicare in tutti i contesti politici e istituzionali.

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