Una lezione tutta British a Giorgia e al suo governo
Correva l'anno 2025 del mese di aprile. In quel dì del 9, dove di solito troneggia il presidente, c'era il Re.
No, non siamo a Buckingham Palace, siamo in Parlamento, in quello italiano.
Re Carlo III del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri quattordici reami del Commonwealth, e regale consorte, ospite del governo Meloni parla all'assise. Lo fa con la solita grazia che si addice ad un Re, un sangue blu, con toni pacati, finezze linguistiche e sottili pungenti moniti. È il Re, non un Re!
Tocca diversi temi, dalla politica all'economia, dalle attuali guerre in corso e i suoi caduti, ricordando quelle trascorse, dall'analisi del buon vicinato geopolitico, dalla cultura citando Dante al teatro fino alla ricerca scientifica, toccando finanche argomenti sulla cucina italiana. Si sofferma sulla crisi climatica e sull'ambiente, temi a lui molto cari da tempi non sospetti, fin dal 1970 quand'era principe.
Nella sua visita romana, accolto da Giorgia Meloni a Villa Pamphili, ha potuto ammirare i giardini e gli storici alberi secolari, oggigiorno al centro di tematiche ambientali sull’abbattimento (ce ne siamo occupati, leggi qui, ndr.), per poi non farsi mancare un gelato nel centro di Roma.
Lui sa che in quel Transatlantico primeggiano chi non vuol dimenticare il Ventennio. Non gli piace ma ci sta e parla, punzecchia, ironizza e ringrazia anche. È educato, non fesso.
Omaggia i partigiani, il ruolo che hanno avuto nella Seconda Guerra Mondiale e soprattutto durante la Liberazione dal nazifascismo, ricordando la Resistenza. Lo fa perché il giorno seguente, il 10 aprile, visiterà Ravenna per l’ottantesimo anniversario della Liberazione. «Domani a Ravenna in qualità di Re avrò il grande onore di commemorare l'ottantesimo anniversario della liberazione di quella provincia insieme al presidente Mattarella. Ricordiamo le terribili sofferenze della popolazione civile italiana, così come l’eroismo della Resistenza, tra cui Paola Del Din, addestrata dal Special Operations Executive e lanciata con il paracadute per compiere la sua missione in supporto agli Alleati proprio ottant’anni fa, in questo stesso giorno».
Parole, dette in italiano da Re Carlo III, che tuonano in quell’aula, tra volti fintamente sorridenti (tra i denti) e occhi sbarrati dall’incredulità che il sovrano inglese lo abbia fatto in “casa Meloni”.
Parole che mai e poi mai sono uscite dalle bocche di chi oggi ci governa e che devono far pensare che a difendere i nostri valori storici ci abbia pensato un inglese e non un italiano, tra l’altro eletto dal Popolo, quello liberato dai partigiani, liberato dal sacrificio di tante vite umane, liberato da anche Paola Del Din, staffetta partigiana, paracadutata dietro le linee tedesche 80 anni fa esatti. Oggi, quella donna, alla veneranda età di 101 anni, è una delle ultime testimoni viventi di quello che accadde e che questo governo non ricorda mai, anzi tenta di obliarne il ricordo.
Ovviamente questa lezione tutta british non è stata diffusa dai media. Imbarazzare Giorgia e il suo governo non fa parte di quel giornalismo pubblico, oggi supino a reminiscenze squadriste e in fila per ottenere fondi pubblici, e come è avvenuto prima per qualunque sia stato il colore politico che li piega pur di accaparrarsi il beneplacito montecitorino.
Noi siamo diversi. Ce ne faremo una ragione!
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