La dipendenza europea dalle Terre Rare: come il controllo cinese mette a rischio il futuro delle auto elettriche
Il mercato europeo delle auto elettriche mostra segnali di crescita incoraggianti, ma dietro questo progresso si nasconde una fragilità significativa: la dipendenza dalle terre rare, elementi essenziali per la produzione dei motori elettrici, che rischia di rallentare drasticamente la transizione verso una mobilità più sostenibile.
In Italia, ad esempio, le vendite di veicoli elettrici sono cresciute dell’82% dall’inizio del 2025 rispetto all’anno precedente, ma questa espansione potrebbe essere compromessa da una crisi che si fa sempre più concreta. Le riserve europee di terre rare stanno infatti diminuendo rapidamente e, secondo le stime, potrebbero esaurirsi nel giro di poche settimane.
La radice di questa emergenza è legata alla posizione dominante della Cina sul mercato globale di questi materiali. Il paese asiatico controlla quasi la totalità della produzione e lavorazione delle terre rare, imponendo dazi e restrizioni all’esportazione che rispondono a dinamiche geopolitiche complesse, tra cui tensioni commerciali con Stati Uniti ed Europa.
Questa situazione ha già provocato un aumento dei costi delle terre rare, con incrementi che negli ultimi mesi hanno raggiunto punte significative, mettendo sotto pressione l’intera filiera produttiva europea.
Per affrontare questa dipendenza, alcune aziende europee stanno investendo nella ricerca di soluzioni alternative, come motori che non utilizzano terre rare. Tuttavia, si tratta di tecnologie ancora in fase di sviluppo e lontane da una diffusione su larga scala.
Sul fronte istituzionale, la Commissione Europea ha annunciato un piano per sviluppare una produzione interna di terre rare, con l’obiettivo di coprire almeno il 10% della domanda entro il 2030. Sebbene strategico, questo progetto rappresenta una soluzione a lungo termine, che non attenuerà le difficoltà immediate.
Questa realtà impone all’Europa una riflessione profonda sul proprio modello produttivo e sulle strategie da adottare per ridurre la dipendenza da fonti estere, assicurando al contempo la continuità della rivoluzione verde.
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