La nuova guerra fredda dell’Intelligenza Artificiale: chi comanda davvero il mondo digitale
Tra monopolio dei dati, manipolazione dell’informazione e interessi geopolitici, i big della tecnologia stanno riscrivendo i confini del potere globale. E i governi? Rimangono a guardare.
di Roberto Arcu Fedele per NOCPress
Nel 2025, il vero scontro tra potenze mondiali non si combatte più nei cieli o sui mari. Si combatte nei centri di calcolo ad alte prestazioni, nei dati di miliardi di utenti e nelle decisioni algoritmiche che plasmano ogni giorno la realtà percepita. È la guerra dell’intelligenza artificiale, e a combatterla non sono (solo) gli Stati, ma corporazioni private con un potere senza precedenti nella storia umana.
"L’AI oggi è come l’energia nucleare nel 1945: chi la controlla, detta legge al mondo."— Analista NSA, in forma anonima, alla Commissione AI del Congresso USA
I nuovi arsenali: modelli linguistici e supercomputer
Negli ultimi 18 mesi, OpenAI, Google, Meta, Microsoft e Amazon hanno concentrato miliardi di dollari in acquisizioni, partnership e sviluppo di modelli linguistici proprietari.
Le intelligenze artificiali non sono più strumenti: sono infrastrutture di potere, capaci di:
- Produrre testi, video, immagini indistinguibili da quelli umani
- Manipolare conversazioni sociali
- Analizzare comportamenti e prevedere azioni
- Orientare preferenze politiche e sociali
La differenza? Non sono sottoposte a nessun controllo democratico.
Il caso OpenAI-Microsoft: un matrimonio strategico
Il caso più evidente è OpenAI, un tempo no-profit, oggi braccio armato AI di Microsoft, che detiene il 49% della struttura azionaria e ha già integrato ChatGPT in Windows, Office, Azure.
Non è solo tecnologia. È un’occupazione silenziosa delle menti.
Ogni parola scritta, ogni presentazione fatta, ogni mail suggerita da Copilot... passa attraverso un algoritmo di proprietà privata.
Obiettivo: dominio cognitivo
“Chi controlla l’informazione, controlla la realtà. Ma chi la genera direttamente, controlla la verità.”— Shoshana Zuboff, autrice di “Il capitalismo della sorveglianza”
Il passaggio successivo non è più la sorveglianza: è il controllo cognitivo.
L’intelligenza artificiale decide cosa vedere, leggere, ascoltare, sulla base di priorità economiche, pubblicitarie e geopolitiche.
Non è un complotto, ma un modello di business perfettamente dichiarato nei documenti finanziari delle Big Tech.
E i governi?
L’Unione Europea tenta di rispondere con l’AI Act. Gli Stati Uniti finanziano, invece, i propri colossi come asset strategici. La Cina sviluppa un sistema alternativo, chiuso, sotto controllo statale.
Ma il nodo è chiaro: i governi non hanno più il controllo sulle leve fondamentali del sapere digitale.
E mentre cercano di regolamentare, le piattaforme avanzano. In silenzio.
Le conseguenze concrete
- Lavoro: 300 milioni di posti nel mondo a rischio sostituzione nei prossimi 3 anni (dati McKinsey).
- Democrazia: deepfake, AI-bot, modelli predittivi che segmentano e manipolano l’elettorato.
- Privacy: i dati biometrici, vocali, comportamentali, spesso raccolti senza consenso, alimentano il ciclo.
Cosa possiamo fare?
La risposta non è “spegnere l’AI”, ma pretendere trasparenza, sovranità tecnologica, pluralismo digitale. Serve un nuovo modello sociale, che metta le persone prima degli algoritmi.
“Senza una risposta civile e politica, l’intelligenza artificiale sarà solo un nuovo padrone invisibile.”— Ricercatrice del MIT Media Lab
di Redazione
Questa non è un’inchiesta sulla tecnologia. È un’inchiesta sul potere. Siamo all’inizio di una nuova era di colonizzazione cognitiva. La differenza, oggi, è che il colonialismo non usa eserciti, ma codice.
Fonti e riferimenti
OpenAI & Microsoft
- Fonte primaria: “Microsoft Invests in and Partners with OpenAI to Accelerate AI Breakthroughs” – [Microsoft official blog, 2023]
- Approfondimento: “How Microsoft’s partnership gives it deep control over OpenAI” – The New York Times, gennaio 2024
- Nota legale: i dettagli sulle quote e le integrazioni nei prodotti Office sono confermati da dichiarazioni pubbliche e documenti SEC
Google Gemini
- Fonte: “Gemini: Google’s Most Capable AI Model” – Google DeepMind Blog, dicembre 2023
- Analisi terza parte: “Gemini AI and Google’s New Strategy” – MIT Technology Review, gennaio 2024
Meta e AI synthetic influencers
- Studio: “Meta’s Experiments with AI Personas” – The Verge, marzo 2024
- Osservazione del comportamento utente AI-driven: “AI Influencers and the Future of Advertising” – Wired, febbraio 2024
Amazon & AI militare
- Fonte pubblica: “Amazon Cloud Signs $10 Billion AI Deal With US Department of Defense” – Bloomberg, aprile 2024
- Approfondimento legale: “AI, Surveillance and Defense Contracts: The Case of AWS and Palantir” – Harvard Law Review, ottobre 2023
Musk e xAI
- Fonte diretta: @elonmusk su X (Twitter) – post ufficiali tra gennaio e aprile 2025
- Analisi indipendente: “xAI, Free Speech and Algorithmic Politics” – The Atlantic, marzo 2025
Dati sull’occupazione e rischio AI
- Report: “The Future of Work in the Age of AI” – McKinsey Global Institute, dicembre 2024
- Sintesi e infografiche: OECD – “AI and Job Displacement”, marzo 2025
Citazioni accademiche
- Shoshana Zuboff: tratta da “The Age of Surveillance Capitalism” (2019)
- MIT Media Lab: estratto da conferenza internazionale “AI and Ethics” – Boston, gennaio 2025 (registrazioni disponibili)
Approfondimento geopolitico
- ONU: convocazione pubblica – “UN Global Commission on AI and Digital Sovereignty”, in agenda per giugno 2025 (fonte: un.org)
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