"Misteri e leggende urbane". Il Codice di Voynich: il manoscritto che nessuno riesce a decifrare
di Redazione NOCPress – Rubrica “Misteri e leggende urbane”
In un mondo sempre più dominato dalla logica e dalla tecnologia, resiste ostinatamente un libro che continua a sfidare linguisti, crittografi e storici da oltre cinque secoli. Un manoscritto che sembra parlare una lingua inventata, scritta da nessuno e rivolta a nessuno. È il Codice di Voynich, la Bibbia dei misteri irrisolti.
Scoperto nel 1912 da Wilfrid Voynich, un antiquario polacco naturalizzato statunitense, questo libro di circa 240 pagine è conservato oggi nella Beinecke Rare Book Library della Yale University. Ma la sua origine resta avvolta nel buio. Carta datata attorno al 1404-1438. Inchiostro coerente. Scrittura fluida. Ma nessuna parola, nessun simbolo, nessuna illustrazione ha trovato ancora una traduzione certa.
Una lingua che non esiste
La prima stranezza è proprio questa: il codice è scritto in un alfabeto sconosciuto. Le parole sembrano seguire regole grammaticali, con prefissi e suffissi ripetuti, ma non esistono riscontri in alcun idioma noto. Né moderno, né antico. Nessun incrocio con lingue europee, asiatiche, africane. Nulla.
C’è chi ha provato a decifrarlo con l’intelligenza artificiale. Altri si sono affidati ai sistemi crittografici della Seconda guerra mondiale. Risultato? Ancora zero. Alcuni esperti sospettano che possa trattarsi di un elaborato inganno medievale, una truffa intellettuale. Ma chi avrebbe avuto il tempo – e le capacità – per costruire una lingua fittizia così coerente e complessa?
Le immagini che confondono
A rendere il tutto ancora più inquietante ci sono le illustrazioni. Piante che non esistono. Donne immerse in vasche collegate da strane tubature. Diagrammi astrologici con simboli non riconducibili a nessuna scuola nota. Sembra il libro di un alchimista... oppure di qualcuno venuto da un altro mondo.
C'è chi ha ipotizzato che sia un manuale di erboristeria, chi una guida medica medievale, chi addirittura un trattato extraterrestre. Nessuna ipotesi è stata confermata, ma ognuna ha alimentato il fascino oscuro che circonda il manoscritto.
Una leggenda che si autoalimenta
Nel corso degli anni, il Codice di Voynich è diventato un mito metropolitano globale. È apparso in romanzi, videogiochi, documentari. Alcuni sostengono che nasconda formule segrete per la guarigione, altri che sia un messaggio cifrato dei Templari, o addirittura di Leonardo da Vinci sotto pseudonimo.
Il web ha contribuito a renderlo un simbolo contemporaneo del mistero: chiunque, ovunque nel mondo, può scaricarne una copia digitalizzata e provare a decifrarlo. Ed è proprio questa accessibilità a tener viva la leggenda. Perché ogni generazione trova nuove teorie, nuove ossessioni, nuovi enigmi.
Alla fine, cosa ci dice il Codice?
Forse niente. O forse troppo. È il riflesso di come l’essere umano, nel cuore dell’era digitale, continui ad avere bisogno di misteri. Di zone grigie, di simboli da interpretare. Il Codice di Voynich è più di un enigma: è uno specchio. Ci racconta che, in fondo, continuiamo a credere nei segreti, nei miti, in ciò che non si può spiegare. E forse, è proprio questo il suo significato più profondo.
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