Rifiuti TARI 2025: Manfredonia tra aumenti ingiustificati e un impianto fantasma
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(Manfredonia_alto_ph-Nuzziello) |
Nota a cura di Angelo Riccardi
Con il 2025 è entrato in vigore l’aumento dell’IVA sullo smaltimento dei rifiuti, stabilito dalla Legge di Bilancio: l’aliquota è passata dal 10% al 22%. Si tratta di una misura pensata per eliminare i sussidi ambientalmente dannosi e incentivare una gestione più sostenibile dei rifiuti. Ma nei fatti, rischia di tradursi in un aumento diretto della TARI, soprattutto nei Comuni dove il servizio è poco efficiente e dove gli impianti mancano o non funzionano.
A Manfredonia, questo scenario si somma a una situazione già insostenibile: l’aumento della TARI non è affatto finito. Anzi, il Comune ha approvato le tariffe 2025 senza tener conto dell’incremento dell’IVA, e senza adottare correttivi adeguati, rischiando concretamente di dover emettere un ruolo suppletivo nei prossimi mesi. Le polemiche, già accese, rischiano quindi di aumentare.
Il Comune ha giustificato gli ultimi aumenti TARI come “necessari” per rispettare il piano di rientro.
Ma la normativa parla chiaro: la TARI può essere utilizzata solo per coprire i costi reali del servizio di igiene urbana, non per colmare disavanzi o sostenere altre voci di bilancio. E se ci fossero maggiori introiti, questi dovrebbero tradursi in una riduzione della tariffa, non in un suo aumento.
Negli anni 2019 e 2020, i contribuenti hanno sostenuto costi maggiorati per lo smaltimento dei rifiuti. Costi che, come documentato, non corrispondevano pienamente alla realtà . Nessuno ha mai chiarito dove siano finiti quei soldi, né è stato mai avviato un percorso di restituzione o compensazione.
Oggi, nel silenzio generale, si continua ad approvare aumenti senza alcuna reale trasparenza sui numeri.
Siamo passati da una TARI di 10.591.000 euro nel 2018 (Giunta Riccardi) a una TARI di 13.338.428,15 euro nel 2025: oltre 2 milioni di euro di aumento, nonostante un numero maggiore di operatori in servizio e una qualità complessiva del servizio ritenuta imbarazzante.
Sul fronte della raccolta differenziata, i dati sono emblematici: con l’arrivo degli “esperti tecnici” e nonostante le maggiori risorse e i fondi del PNRR, dal 2021 si registra un calo costante delle percentuali, e l’anno in corso, allo stato attuale, non promette nulla di buono.
Dati raccolta differenziata a Manfredonia:
• 2017: 56,20 %
• 2018: 60,64 % (+4,44) – Amministratore: Diomede
• 2019: 62,92 % (+2,28) – Amministratore: Barbone
• 2020: 65,90 % (+2,98) – Amministratore Barbone
• 2021: 64,54 % (–1,36) – Amministratore: Rossi
• 2022: 63,35 % (–1,19) – Amministratore: Rossi
• 2023: 62,54 % (–0,81) – Amministratore: Leone
• 2024: 60,64 % (–1,90) – Amministratore: Danisi
A tutto questo si aggiunge un fatto grave e paradossale: l’impianto di selezione dei rifiuti realizzato nel 2015, con un finanziamento pubblico di circa un milione di euro, non è mai entrato in funzione. Un impianto che, se attivo, avrebbe consentito di ridurre i costi di smaltimento, aumentando la quota di raccolta differenziata e riducendo i viaggi verso discariche e impianti distanti. Eppure, dopo anni, nessuno ha risolto i problemi autorizzativi che ne impediscono l’attivazione. Un impianto costruito, pagato… e abbandonato.
Nel frattempo, a livello nazionale, si apre il nuovo ciclo di revisione dei PEF (Piani Economico Finanziari) per il biennio 2024–2025. Un passaggio fondamentale, previsto dalla regolazione ARERA, che obbliga i Comuni a giustificare ogni voce di costo e ad aggiornare le tariffe in base ai reali andamenti del servizio.
Sarà un’occasione importante per rivedere le scelte, per raccontare finalmente ai cittadini la verità , e per impostare una gestione trasparente e lungimirante del servizio rifiuti? Ma se si continuerà a lavorare senza una visione, con documenti tecnici calati dall’alto e nessuna volontà di rispondere pubblicamente delle decisioni, il risultato sarà solo l’ennesimo aumento ingiustificato.
Nel contesto attuale, un altro elemento rischia di passare sotto silenzio: la mancata applicazione in bolletta della nuova quota perequativa UR3a, istituita a livello nazionale da ARERA con deliberazione n. 133/2025. Questa nuova componente prevede un contributo fisso di 6,00 € per ogni utenza domestica e non domestica, da versare alla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA). L’obiettivo è quello di garantire le agevolazioni per i beneficiari del Bonus Sociale Rifiuti.
Il Comune, grazie anche al silenzio del Governo, ha omesso di inserire questa voce nelle bollette TARI, rinviando il problema. Ma non si tratta di un importo marginale, e l’omissione rischia di tradursi in una nuova stangata per i cittadini nei prossimi mesi, con ulteriori conguagli o ruoli straordinari.
In sostanza, lo Stato tutela le fasce più deboli, ma scaricando il peso su tutti gli altri cittadini, che si ritrovano a pagare non solo per sé, ma anche per gli evasori e per chi riceve bonus, secondo l’interpretazione stravagante degli uffici comunali.
Nel contesto delle recenti discussioni sulla gestione dei rifiuti a Manfredonia, rimane ancora irrisolta la questione relativa al futuro dell'ASE S.p.A., l'azienda in house che si occupa dei servizi ecologici nella città . Una recente normativa emanata dalla Regione Puglia ha aperto la possibilità per i Comuni di affidare direttamente la gestione di tali servizi alle proprie società in house, a condizione che vengano dimostrate la convenienza economica e l'efficienza del servizio.
Tuttavia, nonostante questa opportunità normativa, non è ancora stata presa una decisione chiara sul percorso da intraprendere: continuare con la gestione in house attraverso l'ASE S.p.A. o procedere con la liquidazione della società e affidare la gestione dei servizi ecologici al mercato.
È fondamentale avviare una discussione seria e trasparente su questa scelta strategica, considerando attentamente i pro e i contro di entrambe le opzioni, al fine di garantire un servizio efficiente e sostenibile per la città di Manfredonia.
Manfredonia merita di più.
Merita un’amministrazione capace di:
• rendere pubblici e chiari i costi del servizio;
• spiegare l’uso dei fondi già versati dai cittadini;
• attivare finalmente le infrastrutture esistenti.
Per costruire una strategia ambientale credibile, fondata sulla raccolta differenziata, sull’autosufficienza impiantistica e su una tariffazione equa.
Sono certo che l’assessora Maria Rita Valentino, recentemente delegata alla materia, saprà affrontare con il suo noto pragmatismo le criticità evidenziate, contribuendo a costruire ipotesi di cambiamento reali e tangibili, nell’interesse collettivo e nella direzione di una gestione finalmente trasparente, efficiente e sostenibile del servizio rifiuti.
Non è più tempo di alibi. È il momento dei fatti. Solo attraverso trasparenza, competenza e responsabilità , sarà possibile ristabilire il patto di fiducia.
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