Abbattimento 43 pini a Villa Pamphilj. Il Tar Lazio respinge il ricorso. Le rimostranze di Ceracchini - NOC Press

Abbattimento 43 pini a Villa Pamphilj. Il Tar Lazio respinge il ricorso. Le rimostranze di Ceracchini

(I pini di Villa Pamphilj)

Siamo al terzo round, il definitivo, a quanto pare. Dal secondo sono trascorsi poco più di due mesi quando pubblicammo la notizia che il Tar Lazio ha accolto il ricorso, fissando la prima udienza il 26 marzo 2025, chiedendo alle amministrazioni pubbliche tutti i documenti del caso.

 

Stiamo parlando della notizia che il 24 febbraio 2025 la Regione Lazio con il comune di Roma Capitale avrebbero iniziato ad abbattere dei pini secolari nella Villa Doria Pamphilj, ubicati nella Pineta Storica del Giglio, e che chi vorrebbe il contrario avrebbe presentato ricorso al Tribunale del Tar Lazio.

 

Al Tar ci sono andati, hanno presentato ricorso, e il tribunale si è pronunciato definitivamente, dichiarandolo «inammissibile per difetto di interesse», ritenendo irricevibile il ricorso perché nella sentenza mancherebbe una delibera ufficiale proprio sulla effettiva intenzione di abbattere quei pini.

 

La notizia, come tutte le altre, è stata divulgata da Gabriele Ceracchini sul suo canale Instagram e You Tube, primo sostenitore contro l’abbattimento degli alberi.

 

La vicenda, che noi abbiamo seguito dall’inizio e fornendo tutti i particolari e documentandola (vedi i FOCUS a pedice articolo), tutta ambientale mista politica, come testimoniano le prese di posizione di associazioni varie come il Comitato TAM e del consigliere comunale di minoranza Fabrizio Santori (Lega), a dir il vero ha assunto anche un profilo spirituale, perché chi principalmente si è opposto, e continua a farlo, è l'associazione religiosa neomondista Tempio di ShinSekai con a capo Gabriele Ceracchini che, di fatto, adorano “La Dea è in tutte le cose.  La Dea è la forza naturale creatrice da cui originano e che unisce uomini, animali, vegetali e tutto il Creato”, come si legge nella home page della loro pagina web ssnuovomondo.org/culto-di-shinsekai. Da ciò si evince che anche gli alberi sono parte del loro culto, perciò inviolabili.

 

Tuttavia, la vicenda dopo manifestazioni di disapprovazione per gli abbattimenti, proteste varie anche con opposizioni passive e pacifiche nel parco, è terminata nelle aule del tribunale del Tar Lazio.

 

Da quanto si legge sul documento del Tar Lazio per la Giustizia Amministrativa, N. 07687/2025 REG.PROV.COLL., N.02831/2025 REG.RIC. numero di registro generale, il ricorso non può essere accettato poiché, come si legge nella sentenza: «L’amministrazione versava, altresì, in atti la Relazione del proprio Dipartimento Tutela Ambientale prot. n. QL/2025/24997 del 21 marzo 2025, in cui si riferisce che “nessun provvedimento di abbattimento di pini è stato finora adottato da questo Dipartimento” e che “prima di intraprendere gli interventi eliminativi previsti dal progetto, l’Amministrazione Capitolina ha, infatti, provveduto a verificare gli esiti dei trattamenti endoterapici effettuati, agendo, per il prosieguo, alla luce delle indicazioni di carattere specialistico della competente Direzione Lavori incaricata” e come da ultimo “la Direzione Lavori ha confermando la possibilità di preservare 32 esemplari di Pinus pinea su 48, con abbattimento di 16 alberature. Quanto sopra, indicando, contestualmente, la possibilità di approfondimenti d’indagine anche su queste ultime, rimandandone, ove possibile, l’eliminazione – ai fini della valutazione delle condizioni fitosanitarie - nella prossima stagione estiva, in cui potrebbe accentuarsi, a causa della siccità, la patologia delle essenze, con maggiore evidenza dell’essiccamento della chioma. Parallelamente, su una parte delle medesime alberature, la Direzione Lavori ha proposto prove strumentali ed endoscopiche, al fine di verificarne le condizioni fito-statiche e, quindi, le condizioni di sicurezza».

 

Ovviamente chi si oppone, e per voce di Ceracchini, non ha accolto bene la sentenza del Tar Lazio, puntando il dito contro il Comune di Roma Capitale che, come testualmente dice Gabriele Ceracchini in un video sul suo profilo YouTube e Instagram (la redazione prende le distanze dalla ultime affermazioni dette alla fine del video, qui non riportate, invitando ad esercitare il diritto di replica ai soggetti citati) «Perché loro a gennaio hanno fatto una notizia pubblica sul loro sito istituzionale dicendo appunto che avrebbero abbattuto 43 pini. Ma è ovvio che se tu scrivi una cosa del genere sul tuo sito istituzionale devi aver fatto anche un documento, una delibera ufficiale. Invece questi non ce l'avevano il documento, non l'hanno mai fatto». 

 


 

Inoltre, Ceracchini non le manda a dire neanche alla Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma che al tempo aveva depositato un atto, affermando: «Quello che invece dà fastidio è che il giudice abbia ritenuto irricevibile il nostro ricorso perché intanto la sovraintendenza aveva già bloccato tutto per il casino che avevamo fatto precedentemente anche insieme ad altre associazioni. E soprattutto perché scrivono nella sentenza che mancherebbe una delibera ufficiale, cioè un documento dove effettivamente questa intenzione di abbattere 43 alberi fosse ben esplicitata. Ecco, noi pensavamo che questo fosse al limite un aggravante per il comune».

 

 

Una sconfitta amministrativa contro la tutela dell’ambiente svolta dai soggetti che hanno presentato il ricorso, una vittoria giuridica perché come affermato da Ceracchini: «… i giudici abbiano riconosciuto il nostro ente di culto, il Tempio di Shinsekai, come un soggetto portatore di interessi collettivi e abbiano riconosciuto la nostra legittimità nello svolgere azioni di tutela. E questo è molto importante perché una nuova religione beneficia di riconoscimenti di questo tipo. Questo viene confermato anche dal fatto che hanno deciso per una piena compensazione delle spese. Cioè non siamo stati condannati a pagare le spese della controparte e viceversa. Quindi diciamo che c'è stata una sorta di pareggio in ambito giuridico».

 

Quanto detto è tutto, ovviamente con diritto di replica cui noi siamo aperti, sperando che altri pini secolari possano essere controllati e curati, senza ricorrere ad abbattimenti che son sempre una sconfitta per l’ambiente, ma una sicurezza per le vite prima che un grosso ramo o un fusto cagioni danni irreparabili.


FOCUS

- A Villa Pamphilj nel silenzio moriranno 43 pini. Le denunce di Ceracchini e le carte prodotte

- Abbattimento 43 pini a Villa Pamphilj. Se ne discuterà al Tar

 

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